Il fermo dell'autotrasporto è stato proclamato da una nuova sigla, che si è diffusa anche sui social network. È il Comando Nacional del Transporte (Comando Nazionale del Trasporto), guidato da Ivar Luiz Schmidt. Il fermo è iniziato lunedì 9 novembre e si è rapidamente propagato in buona parte dell'immenso Paese sud-americano, interessando dieci Stati, tra cui quelli fondamentali per l'economia, come San Paolo, Rio Grande del Sud, Mato Grosso e Minas Gerais. In alcune interviste rilasciate alla stampa brasiliana, Schmidt afferma che la protesta nasce dall'aumento del prezzo del carburante e dell'inflazione, ma ha anche una valenza politica. L'associazione, infatti, chiede esplicitamente le dimissioni del presidente Dilma Rousseff. Una posizione che non lascia spazio alla mediazione.
Gli autotrasportatori non si limitano a tenere fermi i camion, ma stanno attuando blocchi lungo alcune importanti strade, nei porti e in piazzali di stabilimenti e magazzini, creando così problemi nell'approvvigionamento di generi alimentari e carburante. Il Governo federale reagisce applicando multe fino a mille dollari al giorno ai veicoli che attuano i blocchi, mentre il ministro della Giustizia ha permesso l'uso della forza per smobilitare i picchetti.
© TrasportoEuropa - Riproduzione riservata - Foto: Comando Nacional del Transporte
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