Confcommercio comincia a fare i conti sui costi dell’emergenza coronavirus per l’economia italiana: a soli cinque giorni dai primi provvedimenti, la confederazione stima che il costo vari dai cinque ai sette miliardi di euro, pari allo 0,3-0,4% del Pil. Una cifra che giustifica misure straordinarie, come l’accesso al Fondo di Solidarietà dell’Unione Europea. Un provvedimento che finora non sembra essere stato richiesto a Bruxelles. Lo ha dichiarato oggi la portavoce della Commissione Europea, secondo cui non è giunta alcuna richiesta formale in tal senso. “Che cosa aspetta il governo a farlo?”, chiede il vice-presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè, ribadendo che il trasporto è uno dei settori più colpiti dall’emergenza.
Ieri, Conftrasporto ha chiesto al Governo la creazione di una regia a livello nazionale per coordinare gli interventi e di estendere i provvedimenti di sostegno economico e fiscale annunciati anche alle imprese che hanno sede al di fuori delle zone rosse. “Non si può ragionare per compartimenti stagni, qui stiamo parlando di una catena di lavoro che non opera per segmenti. C’è un’interdipendenza tra i siti di stoccaggio e i trasporti, così come c’è tra gli stabilimenti produttivi e i trasporti, e se si fermano i magazzini, gli stabilimenti (alcuni hanno chiuso perché in zone rosse) e i trasporti si ferma tutto”, ha dichiarato il segretario generale Pasquale Russo.
I provvedimenti adottati in ordine sparso da alcune Regioni e perfino Comuni causano “un intreccio insidioso che può portare, sul piano logistico, al blocco dei magazzini e, di conseguenza, dei trasporti, che stanno già avendo difficoltà a far uscire la merce e portarla a destinazione”, aggiunge Russo. Un esempio è che alcuni magazzini situati fuori dalle zone rosse soffrono della mancanza dei lavoratori che in tali zone vi abitano e che non possono uscire a causa dell’isolamento.