Un terribile fatto di cronaca è avvenuto nella notte tra venerdì 10 e sabato 11 maggio 2024 in Belgio, sull’autostrada E42 all’altezza di Hèron, nella provincia di Liegi. L’autista rumeno Gheorghe Tibil, 50 anni, e sua moglie Ghita erano in viaggio verso la Francia per conto della compagnia di trasporti spagnola Castillo Trans quando, intorno all’una e trenta del mattino, il loro camion è stato urtato con violenza da un tombino in ferro gettato da un cavalcavia sulla rue de Forseilles. Il pesante oggetto ha sfondato il parabrezza del mezzo e non ha lasciato scampo al conducente, morto sul colpo.
La moglie, che stava riposando sul sedile del passeggero, è riuscita a fermare il camion in sicurezza ed è rimasta miracolosamente illesa. In stato di shock, è stata soccorsa dai servizi di emergenza e successivamente interrogata dalle Forze dell’Ordine, Il figlio della coppia, anche lui camionista, seguiva i genitori a poca distanza ed è arrivato sul luogo dell’incidente mentre l’intervento dei mezzi di emergenza era ancora in corso.
Le indagini sono partite immediatamente ma la zona non era coperta da telecamere di sorveglianza e, complice il buio, nessun testimone è stato in grado di fornire indicazioni utili all’identificazione dei colpevoli. Dato il peso del tombino, difficilmente sollevabile da una persona sola, le autorità si sono subito messe alla ricerca di un gruppo di persone e hanno aperto un’inchiesta per omicidio volontario premeditato, che in Belgio è punibile con l’ergastolo. La svolta è arrivata nella giornata di lunedì 13 maggio, quando un minore si è costituito in una stazione di polizia della zona, identificando tutti i colpevoli dell’omicidio. Oltre al reo confesso, sono stati arrestati altri quattro ragazzi, tra cui un minorenne.
Un episodio simile era già accaduto due giorni prima dell'omicidio, quando dallo stesso ponte autostradale era stato lanciato un altro tombino. Anche in questo caso l’obiettivo dei malintenzionati era un autoarticolato, ma fortunatamente i danni sono stati limitati al veicolo stesso. Da brividi il racconto del conducente, Marian, 38enne di origini rumene e residente a Grimbergen, in Belgio, che percorre quel tratto di strada molte volte ogni settimana. Racconta di aver visto diverse persone sono appostate nei pressi del guardrail sul ponte di rue de Forseilles. Vede tre ombre, presumibilmente giovani. Non capisce subito cosa stiano facendo lì. “Sembrava che uno di loro stesse per saltare giù, sull’autostrada. Non volevo averlo sulla coscienza, quindi ho subito frenato”, ha spiegato Marian all’emittente belga 7sur7.
L'autista ha poi sentito un violento impatto sul tetto della sua cabina. “Ho subito visto che un tombino aveva quasi forato il mio camion. L'angolo superiore sinistro della mia cabina era ammaccato. Ho guardato nello specchietto retrovisore e ho visto pezzi di metallo e plastica del mio camion che erano finiti in strada. Ho fermato il camion sulla corsia di emergenza e ho visto tre ombre allontanarsi nell’oscurità. Poi ho realizzato che volevano colpirmi. Non so perché, ma volevano colpirmi.”
Marian racconta di aver percorso quel tratto di strada anche due giorni dopo, solamente pochi minuti prima dell’omicidio del collega. “Mezz’ora prima della tragedia, intorno all’una di notte di venerdì sera, mi stavo avvicinando di nuovo al ponte quando ho visto due giovani in piedi contro il guardrail, con le spalle alla strada. Ho subito iniziato a farmi prendere dal panico, pensando che mi avrebbero buttato di nuovo qualcosa, come due giorni prima. Ma fortunatamente non è successo nulla. Me la sono cavata con un po' di spavento. Ma mezz'ora dopo hanno colpito a morte il mio collega. Ora mi rendo conto di essere scampato al peggio”.
Sotto shock, il camionista è in congedo per malattia. “Ho paura di passare di nuovo sotto un ponte. È come se non fossi più al sicuro da nessuna parte durante il mio lavoro. Non riesco a smettere di pensare alla famiglia di Gheorghe. Non so perché questi giovani abbiano fatto questo. Devono essere puniti”. Anche se finora non è stato stabilito alcun collegamento tra i due fatti, sembra verosimile che gli autori del folle gesto possano essere gli stessi. Le Autorità sono al lavoro per ricostruire le dinamiche di entrambi gli episodi.
Marco Martinelli