Quando è affondata, il 12 marzo 2019, la con-ro Grimaldi Grande America navigava con un consistente carico di rotabili, container e merci generiche, imbarcato ad Anversa e Amburgo. Il suo lungo viaggio verso sud prevedeva toccate a Casablanca (Marocco), Dakar (Senegal), Conakry (Guinea), nei porti brasiliani di Suape, Vitoria, Rio de Janeiro, Santos e Paranagua, poi a Zarate (Argentina) e Montevideo (Uruguay). L'armatore ha precisato oggi che i suoi garage ospitavano 2210 veicoli, di cui 1298 nuovi, usciti dagli stabilimenti di alcuni costruttori europei, mentre i ponti ospitavano 365 container, stivati sul ponte superiore (esterno) e i restanti sul ponte più basso. Di questi, quelli con merci pericolose, secondo la classificazione Imo, erano 45, di cui 34 stivati sul ponte superiore e il resto all'interno della nave. "Con riferimento al trasporto di merci classificate Imo, il Gruppo Grimaldi ha in atto da tempo una politica molto severa, ben oltre i requisiti di classe per questo tipo di nave, con oltre cento tipologie di merci espressamente vietate (inclusi esplosivi, materiali radioattivi, corrosivi e tossici, ecc.)", precisa la compagnia.
Grimaldi annuncia di avere avviato una procedura anti-inquinamento con l'invio sul punto dell'affondamento la nave specializzata Union Lynx, che sta verificando qualsiasi fuoriuscita di carburante dalla Grande America e sta organizzando il recupero dei container che stanno galleggiando. Inoltre, un gruppo di esperti nel campo dei sinistri marittimi e della prevenzione dell'inquinamento è già a Brest per controllare la situazione ambientale e consigliare ulteriori misure, in coordinamento con le autorità francesi. Infine, Grimaldi svolgerà un'indagine sottomarina del relitto, che giace a 4600 metri di profondità, usando la Pourquoi Pas, dotata di un moderno ROV (Remotely Operated Vessel), un sottomarino a comando remoto.
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