La mattina del 20 novembre 2018, la Polizia ricevette la telefonata di un autista che denunciava una rapina subita mentre percorreva la strada che collega Lecce con Poggiardo. Alla pattuglia giunta sul posto, il camionista dichiarò che una Fiat Punto aveva bloccato il suo furgone e sotto la minaccia delle armi era stato costretto a consegnare l'incasso delle consegne di materiale elettrico già svolte, pari a cinquemila euro, più il suo portafoglio e due telefoni cellulari, quello privato e quello aziendale. Ma durante l'indagine è emerso un primo elemento che contraddiceva la versione dell'autista: una telecamera aveva ripreso il passaggio del furgone, ma non di una Fiat Punto. Ma l'elemento che ha incastrato l'autista è il suo stesso cellulare che, secondo la denuncia doveva essere nelle mani dei rapinatori: nei giorni successivi alla presunta rapina, l'autista aveva chiesto il duplicato della sim del suo telefono privato, ma aveva continuato a usarlo, mentre avrebbe dovuto essere nelle mani dei rapinatori. Convocato in commissariato, l'uomo ha prima affermato che stava usando un telefono diverso, ma di fronte all'evidenza (perché ogni apparecchio ha un proprio codice identificativo che gli inquirenti possono rilevare) ha confessato di avere simulato la rapina. Dopo la confessione, è stato denunciato per appropriazione indebita e simulazione di rapina.
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