Il vero caos sul rinnovo delle carte per il cronotachigrafo non è ancora avvenuto solo perché fino a metà giugno abbiamo potuto distribuire quelle provenienti da altri Paesi europei, ma il 15 giugno è terminato il periodo transitorio che permetteva la "importazione" delle card dall'estero e per distribuire quelle fatte in Italia bisogna aspettare la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto ministeriale sulle istruzioni per l'omologazione. Per comprendere che cosa sta succedendo bisogna sapere che dal 15 giugno, giorno in cui è entrato in vigore il cronotachigrafo di seconda generazione per tutti i veicoli industriali di nuova generazione, le Camere di Commercio possono rilasciare solo le carte compatibili con questo equipaggiamento. Le devono avere necessariamente le officine autorizzate che svolgono la taratura e la manutenzione dei cronotachigrafi e gli organi di controllo, mentre autisti e imprese possono usare quelle precedenti. Però, nel momento in cui un autista o un'impresa chiede una nuova carta, perché inizia l'attività o perché è scaduta o ha smarrito quella in suo possesso, bisogna necessariamente dargliene una di nuova generazione.
Le norme comunitarie prevedono che fino al 15 giugno gli Stati che per vari motivi non riuscivano a produrre proprie card potevano chiederle ad altri Paesi comunitari. Ed è quello che è avvenuto in Italia per le prime carte delle officine, che provenivano dalla Francia. Ma ora questa fonte si è esaurita e fino alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto ministeriale che definisce le caratteristiche delle nuove carte le Camere di Commercio non possono distribuirle. Quindi, le officine che non hanno ottenuto le nuove carte non possono tarare i cronotachigrafi sui camion di nuova immatricolazione, mentre autisti e autotrasportatori che hanno chiesto una nuova carta devono aspettare. E non si sa quando sarà pubblicato il Decreto.
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