Secondo gli inquirenti, gli indagati avrebbero costituito un'organizzazione per rubare merci utilizzando false imprese di autotrasporto. La banda costituiva nuove imprese, che erano intestate a prestanome nullatenenti. Poi iscrivevano le aziende nella Borse carichi del trasporto con documentazione apparentemente regolare, offrendosi come vettori a tariffe particolarmente vantaggiose. Dopo avere caricato la merce, invece di consegnarla al destinatario la dirottavano i depositi controllati dalla banda per poi venderla nei canali della ricettazione.
Per utilizzare più volte gli stessi veicoli, l'organizzazione stampava falsi libretti di circolazione, così da far girare lo stesso camion tra più aziende di autotrasporto. Secondo gli inquirenti, la banda avrebbe compiuto decine di truffe con questo sistema, puntando ovviamente a merce di elevato valore. Per incastrare l'organizzazione, la Polstrada ha utilizzato anche intercettazioni telefoniche e tracciamento dei camion tramite gps.
Al termine dell'inchiesta, il giudice per le indagini preliminari di Torre Annunziata ha emesso due misure di arresti domiciliari verso Ernesto Squillante (52 anni di Sant'Antonio Abate) e Giuseppe Matrone (residente a Scafati), che risulta amministratore della società di autotrasporto C&C, che ha sede ad Angri. Inoltre, ha disposto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria di Vincenzo Squillante (29 anni residente a Sant'Antonio Abate) e emesse dieci avvisi di garanzia per altrettante persone.
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