A metà di febbraio 2019, circa 55mila imprese di autotrasporto iscritte all'Albo Nazionali degli Autotrasportatori non hanno pagato la quota relativa al 2019, i cui termini sono scaduti il 31 dicembre 2018. Lo afferma l'associazione TrasportoUnito, aggiungendo che questa non è una "distrazione di massa", bensì "un silenzioso segnale di allarme". Il numero indicato dall'associazione rappresenta circa la metà degli iscirtti al conto terzi e il segretario generale dell'associazione, Maurizio Longo, commenta che questo è il segnale "di una categoria ormai sfiduciata e rassegnata a vivere alla giornata, priva come è di strumenti normativi di tutela di cui avrebbe bisogno, sia sul versante delle garanzie di pagamento e di credito nei confronti della committenza, sia su quello propriamente contrattuale". Questo caso, aggiunge Longo, dovrebbe fornire un'allerta sul futuro: "Oggi le aziende hanno a che fare con finte regole di mercato che puntualmente non vengono rispettate sulla base di un potere contrattuale che si trasforma quotidianamente, sulle strade italiane, in ricatto".
Il segretario di TrasportoUnito conclude il suo commento elencando i principali problemi degli autotrasportatori: "Debolezza finanziaria, contratti capestro, condizioni di pagamento al di fuori di qualsiasi schema e tempistica accettabile sono fra le cause di un degrado che inevitabilmente diventerà il problema dei problemi per un Paese che dovrebbe reggersi su un trasporto affidabile e che invece si prepara a pagare un prezzo altissimo sui fronti della competitività del suo sistema economico e industriale e su quello, ancora più critico, di una sicurezza che imprese allo stremo delle loro forze, non sono più in grado di garantire".
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