Le immagini del drammatico crollo del viadotto Annone mostrarono che il ponte cedette mentre transitava un autoarticolato dell'azienda di autotrasporto bergamasca Nicoli. In seguito si seppe che il veicolo trasportava coils, con una massa complessiva vicina, ma inferiore, a 108 tonnellate, che è limite massimo concesso per questo tipo di trasporto. Come spesso accade in questi casi, qualcuno indicò il camion come corresponsabile del crollo, ma risultò ben presto che sia l'azienda, sia il veicolo erano in regola. Lo dimostra l'esito della chiusura dell'indagine, avvenuta a fine gennaio 2019, che mostra sei persone indagate, nessuna delle quali appartenente all'impresa di trasporto. I primi tre indagati erano stati iscritti poco tempo dopo il crollo e sono due funzionari della Provincia di Lecco (che gestisce la strada su cui passava il cavalcavia) e un funzionario dell'Anas (che gestisce la Statale 36 che passa sotto il cavalcavia). I tre indagati aggiunti nella parte finale dell'inchiesta sono due dirigenti della Provincia di Bergamo, che avevano rilasciato l'autorizzazione per il trasporto eccezionale alla Nicoli, e un libero professionista che era stato incaricato dall'Anas di progettare i lavori di manutenzione del viadotto.
Un elemento centrale dell'inchiesta è la perizia svolta per conto della Procura da una squadra di tecnici, che avrebbe rivelato diverse inadempienza sia da parte dell'Anas – che non avrebbe correttamente compiuto la manutenzione del ponte e che non ha chiuso la Statale dopo alcuni indizi di un possibile cedimento – sia da parte della Provincia di Lecco che non ha limitato il transito sul ponte a veicoli eccezionali (o comunque non ha posto la necessaria segnaletica), sia da parte della Provincia di Bergamo, che ha rilasciato l'autorizzazione alla Nicoli senza verificare le caratteristiche del percorso. I sei indagati sono accusati di omicidio e disastro colposo.
Questa decisione è importante per l'intero sistema dell'autotrasporto eccezionale perché ridadisce chiaramente che gli accertamenti sulle caratteristiche delle strade, e soprattutto sulla tenuta dei ponti, spettano agli enti gestori e non a chi le sua. Una tesi apparentemente ovvia, ma che sembra essere stata dimenticata proprio dopo l'incidente di Annone Brianza, quando molte Provincie italiane hanno preteso perizie dalle imprese di autotrasporto che chiedevano le autorizzazioni.
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