La Guardia di Finanza di Varese ha attuato a settembre 2024 un'importante operazione contro il contrabbando internazionale, culminata con l'esecuzione di un decreto di sequestro preventivo per un valore complessivo di circa 23 milioni di euro. Il provvedimento, emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Busto Arsizio, riguarda tre persone fisiche e due società di spedizioni (di cui non sono sttai rivelati i nomi), coinvolti in un vasto sistema di frode doganale che ha permesso l'importazione illegale di orologi di lusso per milioni di euro.
Le indagini, partite dalla denuncia di un dipendente di una delle società coinvolte, hanno rivelato un complesso sistema di contrabbando organizzato da alcuni dipendenti infedeli degli spedizionieri operativi presso l'aeroporto della Malpensa. Gli investigatori del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Varese, in collaborazione con la Procura della Repubblica di Busto Arsizio e l’Ufficio delle Dogane di Malpensa, hanno scoperto che tra il 2020 e il 2022, in almeno ottanta casi, 64mila orologi di marchi di alta gamma - come Rolex, Bulgari, Chopard, Cartier, Iwc e Panerai - sono stati importati illegalmente. Il valore complessivo stimato di questi beni di lusso supera i 103 milioni di euro.
Gli orologi, provenienti da Hong Kong, venivano accompagnati da false fatture e formalmente dichiarati come destinati a una base militare americana in Italia. Questa destinazione, che gode di extraterritorialità, permetteva di aggirare i dazi doganali e l’Iva grazie al regime di Transito Comunitario, un meccanismo doganale che esenta le merci da tributi in attesa di un successivo transito verso un'altra destinazione.
L’indagine ha dimostrato che gli orologi non erano mai destinati realmente alla base militare, che è risultata completamente estranea alla vicenda. Invece, i beni venivano immessi illegalmente sul mercato italiano, sfuggendo così al pagamento dei diritti doganali e dell'Iva all'importazione. In questo modo, i contrabbandieri potevano vendere i prodotti a prezzi inferiori rispetto al mercato ufficiale, alterando la concorrenza.
Il danno erariale è stato quantificato in circa 23 milioni di euro, suddivisi tra Iva evasa per oltre 22,9 milioni e dazi doganali per circa 50mila euro. L'Autorità Giudiziaria di Busto Arsizio ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo fino all'ammontare corrispondente al profitto illecito. Il primo sequestro, eseguito nel novembre 2023, riguardò beni per un valore di un milione di euro, tra cui orologi, gioielli e denaro. A settembre è stato eseguito un secondo sequestro che ha colpito ulteriori somme di denaro sui conti bancari degli indagati, inclusi quelli delle due società coinvolte, per un valore complessivo pari ai 23 milioni di euro di diritti evasi.