L'inchiesta dei Carabinieri è iniziata con una denuncia di rapina: lo scorso 2 gennaio, un autista di nazionalità albanese, ma residente in Italia, si presentò alla stazione di Pioltello, alle porte di Milano, denunciando di essere stati sequestrato da due banditi, che gli avrebbero sottratto l'autoarticolato carico con materiale elettronico, per un valore complessivo di 850mila euro, e lo avrebbero abbandonato sulla strada a Novegro. Questo racconto, però, aveva lacune e contraddizioni, che hanno insospettito i militi.
Il giorno stesso, la Polizia Stradale arrestò un camionista italiano di 57 anni che stava trainando proprio il semirimorchio di cui l'albanese denunciò la rapina. Quando hanno saputo di questo fatto, i Carabinieri hanno iniziato a indagare a fondo sui due uomini, scoprendo contatti tra loro tramite un terzo autista italiano e una donna. Perquisendo la casa di quest'ultima, i militi hanno trovato tre valigette contenenti jammers, ossia equipaggiamenti elettronici che bloccano i segnali dei trasmettitori Gps. Inoltre, nella casa di uno degli autisti incriminati hanno trovato quattro bancali con farmaci e cinque con capi d'abbigliamento.
Al termine dell'indagine, i Carabinieri hanno arrestato i tre autisti – due italiani di 41 e 61 anni e un albanese di 33 anni – per furto aggravato e simulazione di reato e denunciato a piede libero la donna per favoreggiamento. Ora le indagini proseguono per scoprire se la banda ha attuato altri furti avvenuti nel milanese.
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