La notte del 4 maggio 1999 il ventottenne siciliano Carmelo Martino Rizzo stava viaggiando verso nord lungo l'autostrada Salerno-Reggio Calabria alla guida del suo camion, quando decise di sostare in una piazzola all'altezza di Lauria. Poco dopo avere fermato il veicolo, l'uomo venne raggiunto da due persone e assassinato all'interno della cabina, dove il suo corpo venne trovato il giorno successivo. Le prime indagini portarono già nel 1999 a uno degli esecutori, Stefano Genovese, che è stato condannato e oggi detenuto, ma la Procura non si fermò a uno dei sicari e proseguì l'inchiesta, che il 12 dicembre ha portato ad altre due persone, entrambe arrestate con l'accusa di omicidio volontario, detenzione e porto di armi a fuoco, con l'aggravante del metodo mafioso. Sono Basilio Condipodero, accusato di essere il secondo sicario, e Giovanni Rao, accusato di essere il mandante.
L'indagine è stata svolta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza e dalla Squadra Mobile ed è giunta ai due indagati grazie alle dichiarazioni di quattro collaboratori di giustizia. Secondo gli inquirenti, l'omicidio di Rizzo è di stampo mafioso, ordinato dalla cosca di Barcellona Pozzo di Gotto perché riteneva il camionista coinvolto nel furto di un escavatore di un'azienda protetta dalla Mafia, cui pagava il pizzo. I sicari hanno seguito il camion di Rizzo e alla prima occasione gli hanno sparato tre colpi di pistola.
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