A Trieste di vento se ne intendono e quindi un avviso su tale argomento diramato dalla locale Azienda Sanitaria Universitaria a va considerato con attenzione. E non stiamo parlando di bora molto forte, ma di raffiche superiori a 65 km/h, che possono causare vittime sul lavoro durante la fase di carico e scarico. È quello che è successo lo scorso gennaio a un autista, morto dopo che il portellone posteriore del suo camion lo ha urato con violenza, proprio a causa del vento.
L'Asl triestina sottolinea che i portelloni erano bloccati con l'apposito gancio fermaporte, che però non ha retto a una raffica superiore a 65 km/h. Questo caso, ammonisce l'Azienda sanitaria, deve spingere le imprese a rivedere la valutazione del rischio di fronte a condizioni meteorologiche avverse. E sarebbe il caso che anche i costruttori degli allestimenti ponessero maggiore attenzione alla tenuta dei componenti che fermano i portelloni.
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