Per il pubblico ministero del processo, Antonio Sangermano, quattro anni fa non avvenne un semplice incidente stradale sul tratto Bologna-Firenze dell'Autostrada A1, ma un omicidio volontario per dolo eventuale. E per questo motivo ha chiesto pesanti condanne per i due imputati, l'autista e il passeggero del camion che provocò indirettamente l'incendio dell'articolato di Francesco Spinelli, causandone la morte.
I due imputati non erano, infatti, semplici autisti ma lavoravano per un'organizzazione che contrabbandava gasolio e quel giorno stavano trasportando un carico di combustibile, quando uno pneumatico prese fuoco mentre percorrevano la galleria Croci dell'A1. Invece di uscire dalla galleria e fermarsi, i due autisti decisero di bloccare l'autoarticolato nella galleria, sganciare il trattore e fuggire, lasciando bruciare il semirimorchio. In questo modo, speravano di sfuggire agli eventuali controlli della Polstrada nel caso si fossero comportati correttamente.
L'incendio nella galleria causò una serie di tamponamenti, dove venne coinvolto anche l'autoarticolato guidato da Francesco Spinelli, che prese fuoco. L'autista calabrese di 35 anni non riuscì a uscire dalla cabina, dove morì. I due contrabbandieri vennero poi rintracciati dalla Polizia nell'ambito dell'inchiesta sull'organizzazione, aperta nel 2014, che coinvolse diciannove persone. Quindi, la magistratura istituì un processo a parte per i due autisti, con l'accusa di omicidio volontario per eventuale dolo.
I due imputati hanno chiesto e ottenuto il rito abbreviato, durante il quale il pubblico ministero ha chiesto condanne a dodici anni per l'autista e a dieci anni per il passeggero. Il 21 settembre è arrivata la sentenza, riferita dal quotidiano Il Tirreno, che accoglie in parte le richieste: Ferdinando Scognamiglio, che guidava l'articolato, è stato condannato a dieci anni di reclusione, mentre Pasqualino Birra, che gli sedeva accanto in cabina, ha ricevuto una condanna più mite, ossia due anni e otto mesi.
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