Quando i Carabinieri hanno aperto il semirimorchio dell'autoarticolato fermato sull’autostrada A4 vicino al casello di Latisana, in provincia di Udine, hanno contato ben settantasei persone stipate, quasi tutte in stato d’idratazione e una poi ricoverata in ospedale. Per assisterle sono intervenute la Polizia Stradale e i veicoli della concessionaria Autovie Venete, che ha distribuito centinaia di bottiglie d’acqua, alcune ambulanze e perfino un elicottero. Il camion è stato fermato alle 17.30 di sabato 12 giugno mentre stava entrando nel casello di Latisana e i due autisti rumeni che lo guidavano sono stati arrestati. La scoperta è stata una fortuna per i migranti, che avrebbero rischiato di morire in uno spazio così stretto e con le temperature in aumento.
È andata invece male a 39 migranti vietnamiti trovati morti in un autocarro parcheggiato nella contea inglese dell'Essex il 23 ottobre 2019, dopo che il semirimorchio in cui erano stipati senza ventilazione era sbarcato a Holyhead da un traghetto partito da Zeebrugge. In Gran Bretagna sono già state condannate cinque persone, tra cui due camionisti irlandesi che devono scontare 13 e 18 anni di carcere. Ma c’era ancora un autotrasportatore indagato, che è stato arrestato il 12 giugno dalla Polizia nella casa della madre a Cinisello Balsamo, in provincia di Milano. È un cittadino rumeno di 28 anni che secondo gli inquirenti inglesi avrebbe fornito l’autoarticolato in cui sono stati trovati i cadaveri. L’arresto è avvenuto eseguendo un mandato di cattura internazionale per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e ora si attende la decisione del giudice per l’estradizione. L’uomo, che possiede due veicoli industriali per l’autotrasporto internazionale, si dichiara innocente.