Primi tre indagati per l'esplosione dell'autocisterna di Gpl che il 5 dicembre 2018 ha causato la morte di due persone e il ferimento di altre ventitré in un distributore di carburante al chilometro 38,900 della Salaria, in provincia di Rieti. I giudici che hanno aperto l'indagine hanno ricevuto un primo rapporto dai Carabinieri che ha portato all'avviso di garanzia per l'autista dell'autocisterna, il gestore dell'impianto e un suo dipendente per il reato di omicidio colposo. Ma non è detto che siano colpevoli: infatti, la loro iscrizione nel registro degli indagati è necessaria per lo svolgimento di attività irripetibili.
L'indagine potrebbe estendersi anche alla gestione dell'emergenza, perché mentre l'autocisterna bruciava è continuato il passaggio sulla strada di pedoni e autoveicoli, tra cui un autobus. In un'intervista a Fanpage.it, il figlio del gestore dell'impianto dove è avvenuto l'incidente ha detto che ci sono state due diverse esplosioni e che tra l'inizio dell'incendio dell'autocisterna e la prima esplosione è passata quasi un'ora. Uno dei due morti è Stefano Colasanti, un pompiere che non era in servizio ma che si è fermato per prestare i primi soccorsi.
L'autista del camion ha dichiarato, sempre a Fanpage.it, di avere svolto le attività di scarico del Gpl secondo le consuete procedure e non sa darsi una spiegazione dell'accaduto. Le fiamme sarebbero scaturite dopo lo scarico del carburante, ma ancora con i condotti collegati al serbatoio dell'impianto. Prima di staccarli, l'autista era entrato nel bar della stazione di servizio per prendere un caffè. In quel momento, egli avrebbe visto una nebbiolina di gas e sentito un sibilo, poi è scoppiato l'incendio e il conducente ha lanciato l'allarme.
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