Il camionista rischia una pena severa, anche se evita l'accusa di omicidio stradale perché al momento dell'incidente la Legge non era ancora in vigore. Però, gli inquirenti sostengono che l'autista stava usando il cellulare mentre il suo autotreno ha sbandato, ha travolto il new jersey della Statale 379 Brindisi-Bari nel territorio di Fasano, investendo tre autovetture che procedevano nel senso opposto. Nell'urto morirono cinque persone, tra cui una bambina di tre anni e mezzo. L'imputato ha chiesto il rito abbreviato, che gli permette di ottenere uno sconto pari a un terzo della pena nel caso di condanna.
La ricostruzione svolta dalla Polizia di Ostuni mostra un quadro piuttosto grave per l'autista, che arriva davanti al giudice con l'accusa di omicidio plurimo con l'aggravante delle violazioni del Codice della Strada. Il rapporto degli agenti lo accusa di imprudenza, imperizia e negligenza. Secondo la ricostruzione, il rimorchio, carico di olio, aveva una massa complessiva di 22,38 tonnellate, superiore alle 20 tonnellate permesse. Inoltre, gli agenti affermano che guidava dalle cinque del mattino – con probabile affaticamento, anche se non emerge l'accusa di violazione dei tempi di guida - e che stava usando il telefono cellulare e quindi si accorse in ritardo di un'autovettura che lo precedeva, senza rispettare la distanza di sicurezza.
Il rapporto afferma che l'autista "effettuò una veloce sterzata a sinistra nel tentativo di sorpassare la vettura e subito dopo, per evitare di collidere contro il new-jersey, controsterzò a destra, ma a causa dell'elevata velocità, pari a circa 85-90 chilometri orari, superiore al massimo imposto di 70 chilometri orari, e comunque non adeguata al carico del veicolo, perse il controllo del mezzo".
A causa della sbandata, il rimorchio urtò il new jersey, lo scavalcò e piombò sulla carreggiata opposta, travolgendo tre autovetture. Dopo l'incidente, l'autista venne arrestato e poi ottenne gli arresti domiciliari. Un punto importante del processo sarà la telefonata, che emerge dall'analisi dei tabulati della compagnia telefonica e dalla testimonianza della persona con cui l'autista stava parlando. Il camionista si difende sostenendo che stava usando gli auricolari, ma ciò non basta a evitare l'accusa di guida distratta dall'uso del cellulare.
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