Il fatto richiamato da un comunicato diffuso il 30 novembre 2017 dal Sindacato di Base Multicategoriale (SBM) di Trento è avvento il 28 aprile 2017 a Valentina di Mezzocorona, dove un autista serbo di 59 anni, residente in Italia da vent'anni, è stato trovato morto nella cabina del camion dell'azienda per cui lavorava, la Baldo Trasporti di Nomi. La fonte sindacale precisa che l'autista era arrivato sul posto all'ora di pranzo e stava aspettando il carico di frutta che doveva avvenire nel pomeriggio. Dopo avere chiamato più volte l'autista, i responsabili del magazzino hanno avvertito l'azienda di autotrasporto e i soccorsi, che hanno aperto la cabina e trovato l'uomo ormai senza vita. I successivi esami hanno ipotizzato che il conducente sia morto per arresto cardiaco.
"Fin qui una storia triste, ma comune", prosegue la nota sindacale. "Se non che la moglie dell'autista, che da mesi tenta di ottenere la busta paga del marito defunto e la retribuzione che allo stesso sarebbe spettata per il lavoro eseguito fino alla sua morte, ha deciso di rivolgersi ad un'organizzazione sindacale per richiedere il dovuto, rifiutatole fino ad oggi dalla ditta d'autotrasporti di Nomi".
Dopo avere preso contatto con il sindacato, la donna gli ha consegnato la carta conducente del marito, che è stata esaminata: "Dalla carta è emerso che, pochi giorni prima di morire, l'autista aveva lavorato 16 ore su 24, con 15 ore e 42 minuti di sola guida, percorrendo 1.148 chilometri", scrive il sindacato, aggiungendo che "l'autista non soffriva di malattie cardiache, aveva solo un po' di gastrite secondo quanto dichiarato ufficialmente dal suo medico di base, era classe 1958 e quindi in piena età lavorativa. Da qui il nostro dubbio che il decesso possa essere correlato allo stress lavorativo patito nei giorni precedenti ed il giorno stesso della morte".
La SBM sottolinea che "nel caso del povero autista deceduto, la giornata lavorativa riprodotta nel grafico supera ogni limite legale (ed anche contrattuale) di lavoro e di guida nell'arco di una giornata solare. Attività illegittima che dovrebbe essere impedita dall'imprenditore, il quale detiene il controllo costante dei propri automezzi attraverso gli apparecchi satellitari montati sui veicoli stessi. Purtroppo, però, nel caso specifico l'impresa non pare abbia effettuato alcun intervento nei riguardi dell'autista, lasciandolo sostanzialmente libero da ogni vincolo regolamentare. E questo è avvenuto non certo nell'interesse di quest'ultimo".
Il sindacato annuncia che nei prossimi giorni presenterà un esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trento per chiedere "piena luce sulla morte del camionista serbo alle dipendenze di Baldo Trasporti Spa avvenuta lo scorso 28 aprile 2017 a Mezzocorona e se ci sia un nesso di causalità fra l'eccessivo stress per le ore lavorate ed il suo decesso". Inoltre, gli eredi dell'autista presenteranno un altro ricorso al giudice del lavoro del Tribunale di Rovereto "per la consegna della busta paga nonché della retribuzione che sarebbe spettata al defunto per le prestazioni rese, stante il rifiuto dell'azienda di pagare il dovuto".
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