Intorno alle 15:00 del 25 maggio 2012, l'autocisterna carica di rifiuti liquidi guidata da Giovanni Di Natale, autista napoletano di 45 anni, si ribaltò sull'autostrada A24, appena dopo lo svincolo di San Gabriele, in un tratto in forte discesa prima della galleria di Colledara. Dopo avere urtato il new-jersey della corsia di sorpasso, l'autotreno si ribaltò e la motrice prese fuoco. L'autista rimase intrappolato in cabina è morì a causa dell'incendio.
L'indagine svolta dal pubblico ministero Irene Scordamaglia ha rilevato che i freni del camion erano "poco o per nulla affidabili" solamente tredici giorni dopo la revisione alla Motorizzazione di Napoli. Inoltre, il magistrato notò che sul quel tratto di autostrada mancano vie di fuga e corsie di emergenza, nonostante le forte pendenza della strada.
Così, il Pubblico Ministero decise di chiedere il rinvio a giudizio di tre persone: il rappresentante legale dell'azienda di autotrasporto perché non avrebbe messo a disposizione una macchina sicura, un funzionario della società Autostrade dei Parchi incaricato della manutenzione per omissione di vigilanza e il funzionario della Motorizzazione Civile di Napoli che firmò la revisione del veicolo.
Ora, il Gup del Tribunale di Teramo ha rinviato a giudizio i tre indagati per omicidio colposo. La prima udienza del processo avverrà il 14 ottobre 2015. La famiglia del camionista si è costituita parte civile e ha chiesto un risarcimento di un milione di euro.
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