Tre le pieghe dell'accordo firmato il 3 dicembre 2017 tra i sindacati confederali e le associazioni datoriali (escluse le centrali cooperative) c'è una breve frase che può cambiare la professione dell'autista: "Alla premessa del capitolo 3 – Mercato del lavoro è abolito il divieto di utilizzo del lavoro a chiamata. Le parti, in fase di stesura affronteranno il tema della possibilità di accesso alla Naspi in caso d'interruzione del rapporto di lavoro a chiamata".
Ricordiamo che questa tipologia d'impiego (definito anche intermittente o job on call) prevede che il lavoratore si metta a disposizione del datore di lavoro per svolgere prestazioni discontinue, oppure per periodi predeterminati nell'arco della settimana, del mese o dell'anno. Ci sino due tipi di lavoro a chiamata. Il primo prevede per il datore di lavoro l'obbligo di pagare un'indennità di disponibilità se il lavoratore ha scelto di essere vincolato alla chiamata, oppure senza tale obbligo in caso contrario, ossia se il lavoratore può rifiutare la chiamata.
La norma nazionale impedisce l'uso del lavoro a chiamata per sostituire lavoratori in sciopero, alle aziende che nei sei mesi precedenti hanno attuato licenziamenti collettivi o riduzione del lavoro per cassa integrazione per lavoratori adibiti a mansioni per cui si effettua la chiamata e alle imprese che non hanno messo in sicurezza l'ambiente di lavoro.
Il lavoro a chiamata può essere a tempo determinato o indeterminato e al lavoratore gli spetta, in proporzione, lo stesso trattamento retributivo, assistenziale e previdenziale di un pari livello occupato con normale contratto di lavoro subordinato. Però, questo contratto non può essere stilato nel part-time. Il lavoratore può firmare più contratti di lavoro intermittente con diversi datori di lavoro e questo contratto può coesistere con altre tipologie contrattuali, purché non esistano incompatibilità.
Il lavoro a chiamata è stato introdotto in Italia dal decreto Legislativo 276/2003, ma finora il CCNL Logistica, Trasporto Merci e Spedizioni lo impediva. Durante le trattative per questo rinnovo, alcune associazioni dell'autotrasporto hanno chiesto la sua applicazione anche in questo settore e firmando il rinnovo i sindacati affermano che siccome questo tipo di lavoro è previsto dalla Legge non è più possibile impedirlo tramite un contratto nazionale.
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