Nel 2012 la procura di Nocera Inferiore iniziò un'inchiesta, poi chiamata Big Boat, per trovare i responsabili di una serie di truffe attuate tramite un'azienda di autotrasporto che aveva una falsa sede legale a Milano. L'impresa otteneva commesse di trasporto proponendosi con tariffe molto basse, inviava i camion nella ribalta del committente, ma la merce non arrivava a destinazione. Apparentemente la società era legale, grazie a documenti falsi: autorizzazioni, referenze, polizze assicurative e documenti di circolazione dei veicoli. Grazie a questi documenti, l'organizzazione accedeva alla Borse carichi per offrirsi ai clienti, poi faceva sparire i carichi tramite una rete di ricettazione.
La banda selezionava le merci a elevato valore aggiunto, dalle motoslitte al Parmigiano Reggiano, dal vino ai profumi, dagli accessori per computer ai giochi, dagli abiti ai fertilizzanti. L'inchiesta portò alla scoperta di due depositi della refurtiva a Sarno e poi a un'operazione compiuta nella primavera del 2016 contro l'organizzazione con l'accusa di avere fatto sparire centinaia di carichi. In quella occasione la Procura emise 39 misure cautelari. Alcune condanne sono già state comminate tramite rito alternativo o procedimenti separati e ora 46 persone sono state rinviate a giudizio secondo il rito ordinario al Tribunale di Nocera Inferiore.
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