Il 30 novembre 2021 si è svolta a Roma l’assemblea annuale di Anita, che avviene in una fase critica dell’autotrasporto a causa della pandemia, dell’aumento dei costi e della carenza di autisti. Argomenti trattati durante l’incontro e che spingono l’associazione a lanciare il concetto di “rievoluzione”. Nella sua relazione introduttiva, il presidente Thomas Baumgartner ha dichiarato che “vogliamo riflettere insieme a voi sui cambiamenti in atto nella mobilità delle merci, soprattutto di quelli con effetti dirompenti o persino rivoluzionari, e su come da essi si possa evolvere verso un nuovo modello di filiera logistica efficiente e collaborativa”.
Baumgartner ha spiegato che l’autotrasporto sta operando in un contesto caratterizzato dal consistente aumento dei prezzi del gas naturale liquefatto, del gasolio e dell’additivo AdBlue, dalle strozzature nelle infrastrutture stradali, ferroviarie e portuali, dalla carenza di autisti e di addetti alla logistica. Elementi che “rischiano di mettere in ginocchio il sistema produttivo e distributivo nel suo complesso”. Sull’aumento dei costi, Anita chiede al Governo una “stretta vigilanza” e un credito d’imposta sull’acquisto del gas naturale liquefatto “per salvaguardare le imprese che per prime hanno creduto nella transizione ecologica investendo nell’acquisto di veicoli ad alimentazione alternativa e soprattutto per non rallentare questo processo virtuoso”.
Per affrontare la carenza di autisti e più in generale la scarsa attrattiva di questa professione, Anita non ritiene sufficiente il recente provvedimento che offre un contributo di mille euro per conseguire le patenti superiori e la Cqc, ma chiede un “ventaglio di azioni” che prevede soprattutto un investimento nella formazione pubblica “con la creazione di percorsi formativi ad hoc negli Istituti tecnici e snellendo l’iter per il conseguimento e mantenimento della Cqc, per ridurne tempi e costi”.
Baumgartner ha anche parlato del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e della politica espansiva del Governo che, secondo il presidente di Anita, “dovranno catalizzare, come mai prima d’ora, l’ammodernamento infrastrutturale e digitale del Paese”. Declinato nel trasporto, ciò significa attuare un piano concreto d’investimenti sulle infrastrutture “in particolare per quanto riguarda i terminal ferroviari per poter garantire un’efficiente intermodalità strada-ferrovia nel trasporto delle merci”.
La “rievoluzione” dell’autotrasporto deve passare attraverso la transizione ecologica e quella digitale che “possono portare a cambiamenti rivoluzionari nel settore dei trasporti” con lo scopo di aumentarne l’efficienza e ridurne l’impatto ambientale ambientale “attraverso un trasporto merci a zero emissioni nei prossimi anni”. Baumgartner insiste sull’uso integrato di tutte le modalità di trasporto e su una “visione strategica che faccia avanzare coerentemente tutti gli aspetti salienti nell’accompagnare la transizione dell’autotrasporto merci: nuovi vettori energetici, veicoli a trazione alternativa e infrastrutture”.
Infine, il presidente di Anita auspica una visione collettiva e condivisa da parte di tutti gli operatori della filiera logistica per migliorare l’efficienza del Paese e le condizioni di lavoro degli addetti. Da questa collaborazione potrà nascere “una fase evolutiva della mobilità delle merci per ridurre i tempi di carico e scarico delle merci e recuperare competitività attraverso la riduzione dei costi che gravano sulle imprese del settore. Tutto ciò in un contesto che non può fare a meno delle istituzioni”.