Il sequestro rientra nell'inchiesta Caronte su alcuni esponenti della famiglia catanese Ercolano, che ha gestito diverse attività nel settore dei trasporti, e trova riscontri anche nell'indagine Iblis 2, svolta nei confronti delle famiglie Ramacca e Caltagirone, sempre di Catania. L'inchiesta Caronte, spiegano gli inquirenti, ha posto in evidenza che "il settore del trasporto è di speciale interesse per Cosa Nostra". Per radicarsi in questa attività, la mafia catanese si sarebbe alleata a quelle di Palermo e Agrigento.
Nei trasporti, Cosa Nostra è quindi entrata direttamente ma ha anche attivato "cointeressenze" con alcuni settori imprenditoriali con lo scopo di conquistare una posizione di monopolio. Ciò avviene, come spiegano i Carabinieri, tramite "il procacciamento dei clienti grazie alla spendita, implicita o esplicita, del nome dell'organizzazione mafiosa e nella costituzione di ampi consorzi funzionali al controllo del mercato e all'accentramento delle attività dirette alla percezione degli ecobonus, risultata essere fonte di guadagno dell'associazione mafiosa investigata".
E proprio nel trasporto combinato strada-mare, Cosa Nostra avrebbe avviato un'attività utilizzando la società Servizi Autostrade del Mare dove, secondo gli inquirenti "avevano occulti interessi Vincenzo Ercolano e Vincenzo Aiello". Questa società ha firmato un contratto di affitto di tre traghetti con la Amadeus Spa, che è riconducibile ad Amedeo Matacena. Queste navi, noleggiate con canone mensile di 120mila euro, sono state usate sulla rotta tra Sicilia e Calabria per novanta giorni, tra il 2005 e il 2006. Poi, il servizio è stato improvvisamente interrotto "con consistenti danni per la Servizi Autostrade del Mare".
In questo contesto gli inquirenti inseriscono Vincenzo Ercolano, che è titolare di diverse imprese di trasporto insieme al padre Giuseppe. Secondo gli investigatori, per accrescere l'attività egli avrebbe "utilizzato non solo la forza di intimidazione derivante dalla sua appartenenza anagrafica ad una delle famiglie che da decenni costituiscono la famiglia catanese di Cosa Nostra, ma anche i poteri e le facoltà connaturate alla sua effettiva appartenenza a quest'ultima famiglia".
Dopo un sequestro d'imprese attuato verso Giuseppe Ercolano (tra cui la Geotrans), il figlio Vincenzo ha costituito una nuova società di trasporto - la R.C.L. - che è stata "intestata fittiziamente a terzi e stava di fatto subentrando nei rapporti commerciali che erano prima gestiti dalla Geotrans". Questa è, per gli inquirenti, la giustificazione del sequestro attuato il 9 maggio 2015 di sei imprese e dei relativi beni strumentali, dal valore di 23 milioni di euro.
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