La mattina di giovedì 17 marzo 2016, la Polstrada ha chiuso l'indagine eseguendo tre ordinanze di arresti domiciliari per i tre responsabili dell'azienda di autotrasporto novarese accusati di avere minacciato gli autisti per svolgere turni di lavoro che violavano le regole sui tempi di guida e di riposo e quelle dei tempi di lavoro. Altre dieci persone sono state denunciate a piede libero. Le accuse, avario titolo, sono molto gravi: associazione a delinquere, rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, estorsione e concorso nel reato di estorsione.
Secondo le accuse, gli autisti dell'azienda di Castelletto Ticino sarebbero stati obbligati a lavorare anche fino a venti ore senza svolgere riposo e ad accettare paghe inferiori a quelle del contratto di lavoro, con la minaccia del licenziamento. E sarebbero stati proprio alcuni dipendenti licenziati a presentare gli esposti che hanno avviato l'indagine, che ha interessato anche alcune cooperative che secondo gli inquirenti sono riconducibili alla società e che avrebbero sfruttato soci lavoratori, anche stranieri.
Secondo gli inquirenti, questa organizzazione sarebbe stata comandata da una donna, che gli autisti soprannominavano "la tigre della Malesia" proprio per le modalità con cui guidava l'impresa di autotrasporti. Con lei sono agli arresti domiciliari il figlio e il collaboratore, mentre il marito e altre due figlie sono stati denunciati a piede libero. Secondo gli inquirenti, sfruttando gli autisti l'azienda piemontese impiegava la metà degli autisti necessari se avesse svolto i trasporti in modo regolare, causando concorrenza sleale ma anche elevati rischi per la sicurezza stradale.
L'indagine ha comportato anche una perquisizione nell'ottobre del 2015 che ha impiegato una cinquantina di agenti della Polstrada nella sede di Castelletto Ticino. Gli agenti hanno esaminato i file della contabilità aziendale, oltre 19mila, confrontandoli con i dati rilevati dai cronotachigrafi ed evidenziando così diverse incoerenze.
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