L'indagine nasce da verifiche fiscali eseguite dalla Guardia di Finanza nei confronti di cinque società, da cui emerge che quattro di esse hanno emesso false fatture alla quinta per attuare una frode fiscale su redditi di sei milioni di euro, evitando così il versamento di un milione d'imposte e tre milioni per Iva. Le quattro società "cartiere" sono MF Service Srl, operativa da ottobre 2011 a ottobre 2013, che ha emesso fatture per operazioni inesistenti per circa 2,4 milioni di euro; la Effe Transport Srl, in fallimento da novembre 2016, che ha emesso fatture per operazioni inesistenti per circa 3,1 milioni di euro; la MF Service & Logistics Srl, operativa da settembre 2012 a settembre 2014, che ha emesso fatture per operazioni inesistenti per circa 2,4 milioni di euro; la T&C Srl, attiva dal settembre 2014, che ha emesso fatture per operazioni inesistenti per circa 1,3 milioni di euro. La società che ha usato queste fatture è la R&R Srl, attiva dal 2011 e che nel 2017 ha dichiarato un fatturato di circa tre milioni e mezzo di euro.
La Procura di Catania spiega che "in estrema sintesi, la società R&R Srl risultava aver utilizzato documenti contabili falsi (creati per frodare Fisco, imprese concorrenti e creditori) emessi da diverse società fittizie costituite ad hoc e gestite direttamente dalla famiglia Rapisarda. Proprio i due Rapisarda (Giuseppe e il figlio Vincenzo, rispettivamente rappresentante legale e amministratore di fatto della società, ndr) sono risultati a capo di tale gruppo societario, di fatto costituente un'unica realtà aziendale, creato per conseguire, su più fronti, vantaggi illeciti". Le fatture riguardavano operazioni inesistenti descritte come movimentazione di bancali, trasporto e facchinaggio, emesse da società che "non avevano alcuna struttura organizzativa né mezzi". Queste fatture, di cui le società emittenti non hanno mai versato l'Iva, servivano alla R&R Srl per accrescere in bilancio crediti verso l'Erario, attraverso costi mai sostenuti.
"L'illecito modus operandi posto in essere dai Rapisarda attorno alla R&R Srl è consistito: nello spostare gli adempimenti giuridici relativi a prestazioni di lavoro dipendente sulle altre aziende 'fantasma' che, poi, non hanno versato i relativi contributi previdenziali e assistenziali; nell'utilizzare il reticolo di imprese 'cartiere' controllate sia per sgravare fiscalmente costi che la predetta società avrebbe dovuto sostenere quale 'reale' datore di lavoro, sia per conseguire illeciti profitti per effetto della fittizia formazione di crediti Iva e dell'imputazione di costi commerciali mai sostenuti", precisa la Procura.
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