L’Austria non chiude ancora le frontiere con l’Italia, ma attiverà un sistema di controlli che sicuramente causerà ritardi nel flusso dei veicoli industriali e incertezza sulla possibilità dei singoli veicoli di poter attraversare il Paese. Il 6 marzo, il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha annunciato due misure che interessano direttamente l’autotrasporto: controlli sanitari mirati e obbligo di un certificato medico attesti l’assenza d’infezione per chi viene dalle zone interessate dall’epidemia. Questi provvedimenti entreranno in vigore lunedì 9 marzo 2020 e per ora avranno durata di due settimane.
Dalle prime informazioni, i controlli sanitari non dovrebbero essere capillari, ossia estesi a tutti colo che arrivano alle frontiere del Brennero e di Tarvisio. Saranno mirati in base a una selezione che probabilmente dipenderà dall’area di provenienza, che potrebbe essere stabilita dalla targa del veicolo o dai documenti del conducente. I controlli consisteranno nella rilevazione della temperatura e potrebbero comportare il rifiuto al passaggio in casi ritenuti sospetti. È prevedibile che sarà posta una particolare attenzione ai veicoli provenienti dalla Lombardia e dal Veneto.
Anche la Germania e Francia stanno muovendosi sul fronte del coronavirus, dopo che nei giorni scorsi hanno rilevato un aumento dei contagi. Berlino ha ammesso l’esistenza di focolai interni e il Governo federale ha inserito pure l’Alto Adige tra le zone a rischio, suscitando le proteste del presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher. La compagnia di bandiera Lufthansa ha ridotto la capacità dei voli passeggeri del 50%, a causa del crollo delle prenotazioni e ha già cancellato 7100 voli in Europa. Questa decisione riduce anche la stiva belly per le merci. In Francia sono state chiuse le scuole nelle provincie dell’Oise e dell’Alto Reno, che risultano le più colpite.