Si sta svolgendo a Piacenza il processo nei confronti di due titolari d’imprese di autotrasporto accusati di estorsione e di rimozione dolosa dei cautele contro gli infortuni sul lavoro e di quattro autisti accusati di favoreggiamento. Secondo l’accusa, gli autotrasportatori avrebbero costretto con minacce (compresa quella del licenziamento) i conducenti a superare le ore di guida, stando al volante anche per diciotto ore senza rispettare i riposi, e inserire una calamita sul cronotachigrafo. Il processo nasce da un’indagine svolta dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia Stradale dal 2015 al 2016, dopo la denuncia di quattro autisti.
Questi conducenti affermarono di avere subito minacce per essersi rifiutati di manomettere il cronotachigrafo e avere chiesto il pagamento degli straordinari. Durante l’indagine, la Polstrada ha anche tracciato alcuni camion col Gps per verificare le ore di guida. Il perito della Procura che ha analizzato questi dati afferma di avere rilevato grandi differenze tra le ore di effettiva guida e quello indicato dal cronotachigrafo. In pratica, gli autisti stavano effettivamente guidando anche quando secondo l'apparecchio il veicolo era fermo per una pausa. In un solo mese, l’eccesso di ore è variato da 49 a 230 ore. Secondo le rilevazioni della Polstrada in alcuni casi gli autisti avrebbero guidato fino a diciotto ore consecutive, in alcuni casi pure a velocità superiori a quelle di Legge (fino a 110 km/h), su percorsi anche di montagna, perché i veicoli viaggiavano tra Piacenza, Genova e La Spezia.