La mattina del 4 maggio 2023 è iniziata una grande mobilitazione di autotrasportatori polacchi a Chelm, una cittadina sul valico Yahodyn-Dorohusk posto al confine con l’Ucraina. I promotori, supportati dal partito Konfederacja e dal suo leader Rafał Mekler, imprenditore della regione di Lublin, hanno fondato il movimento Strajk Polskich Przewoźników (sciopero dei vettori polacchi) e si sono riuniti con l’intento di dare un ulteriore segnale al Governo di Vienna, accusato di non aver fornito risposte adeguate dopo la manifestazione organizzata il 22 marzo nella capitale.
Al momento il valico è bloccato e i manifestanti, come dichiarato ai media, lasceranno transitare solamente un veicolo ogni ora fino a data da destinarsi. L’unico percorso alternativo obbliga gli automezzi a una deviazione di oltre 120 chilometri fino al varco di Zosin-Ustyluh, dove si segnalano forti ritardi a causa dell’elevato numero di veicoli in transito.
I promotori dello Strajk chiedono il ripristino del sistema di autorizzazione per i vettori ucraini e l’obbligo di registrazione al sistema Sent, studiato per ridurre l’evasione Iva, per ogni trattore ucraino in entrata sul territorio polacco. Chiedono anche il divieto di ingresso dei semirimorchi bielorussi e russi e il divieto di costituire società con capitali riconducibili a Mosca o Minsk, in conformità con le sanzioni emanate dall’Unione Europea a seguito dell’invasione in Ucraina. Konfederacja vorrebbe inoltre che il Governo riconoscesse il mittente di un trasporto come il responsabile ultimo del pagamento del servizio, con lo scopo di evitare l’insorgere di crediti insoluti e difficili da recuperare.
Direttamente dal luogo della protesta, il rappresentante della categoria dei trasportatori, Rafał Mekler, ha pubblicato un video che riassume le richieste dei manifestanti: “Siamo a Chelm e presto andremo a Dorohusk. Perché siamo qui? Perché chiediamo l'adozione di un sistema di permessi da parte dei vettori ucraini. Onorevoli colleghi, riceviamo informazioni – e ne abbiamo le prove - che la parte ucraina infligge multe ai vettori polacchi per mancanza di permessi. Non ci sono permessi e ci sono multe! Qui abbiamo un collega, un trasportatore che ha cinque veicoli carichi e ha paura di andare in Ucraina in questo momento, perché non sa se non verrà arrestato e se dovrà pagare una multa di circa 800 euro per un veicolo. Ha paura di andare perché la situazione non è regolamentata. L’Ucraina, come vedete, interpreta liberamente le disposizioni, mentre la Polonia consente un'attività praticamente volontaria senza problemi, senza restrizioni, anche sotto un ombrello protettivo. Non siamo d'accordo con una situazione del genere ed è per questo che siamo qui a Chelm oggi. Ecco perché oggi lotteremo per il trasporto polacco al valico di Dorohusk”.
Marco Martinelli