L'inchiesta svolta dai magistrati Ida Bocassini e Paolo Storari della Direzione Distrettuale Antimafia ruota a Angelino Pasquale, originario della provincia di Napoli e residente a Lecco, accusato di emissione di false fatture e concorso in bancarotta fraudolenta. Secondo gli inquirenti, egli avrebbe emesso tra il 2015 e il 2017 fatture per attività inesistenti tramite una vasta rete di cooperative che avevano sede a Milano, Monza Brianza, Lecco e Napoli ed erano gestite da prestanome.
Queste coop hanno emesso false fatture per oltre due milioni e mezzo di euro a favore di un'organizzazione criminale definita dei "pugliesi", i cui componenti erano già stati arrestati nel 2017. Le cooperative ricevevano il pagamento delle fatture tramite bonifico e restituivano in contanti la somma, trattenendo una quota del sei percento, agli amministratori di fatto delle società cui avevano emesso la falsa fattura. Le indagini hanno anche coinvolto una consulente fiscale bergamasca che gestiva due cooperative destinatarie delle false fatturazioni.
Ma il coinvolgimento più eclatante riguarda ben novantuno cooperative di autotrasporto che avevano in comune i servizi di un commercialista foggiano ora agli arresti domiciliari, accusato di dichiarazione fraudolenta. Queste società, che operavano in diverse zone d'Italia, avevano la loro sede legale presso lo studio di Carapelle (Foggia) del commercialista, che aveva promesso loro l'applicazione di "vantaggi fiscali" a fronte di un pagamento, in nero, di 1,7 milioni.
Nel dicembre del 2017 gli inquirenti perquisirono lo studio del commercialista, sequestrando la contabilità di tali coop. "Al termine di una laboriosa attività di analisi forense del software gestionale sottoposto a procedura di backup nel corso della perquisizione, nonché di approfondimento contabile eseguito dai finanzieri, è stato riscontrato che, relativamente agli anni 2015 e 2016, numerosissime registrazioni riportanti causali per costi di carburante non erano supportate da alcuna documentazione fiscale giustificativa, determinando in tal senso un fraudolento abbattimento del reddito imponibile delle singole società", scrive la Finanza in una nota.
Complessivamente, gli inquirenti hanno scoperto falsi costi per 72,2 milioni di euro per le spese di carburante, con un'evasione dell'Iva di 32,3 milioni. Al termine dell'inchiesta, la Finanza ha eseguito il sequestro delle 91 società e dei beni del commercialista, per un valore di circa 35 milioni di euro. Inoltre, ad Angelino Pasquale hanno sequestrato dieci società e 153mila euro.
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