Il 21 aprile 2020, l’associazione degli autotrasportatori Trasportounito ha annunciato l’avvio di non ancora precisate proteste sulle strade perché il Governo non sta affrontando con urgenza i problemi dell’autotrasporto, primo tra tutti quello della mancanza di liquidità. Qualche organo di stampa ha parlato di “fermo”, anche se nel comunicato non viene citato questo termine. Comunque, il comunicato di Trasportounito non è piaciuto alla confederazione cui l’associazione aderisce, ossia Confetra, che la mattina del 22 aprile ha scritto su Twitter: “La Confederazione Confetra non condivide toni e contenuti della comunicazione di Trasporto Unito. Siamo impegnati a rappresentare con vigore, in queste drammatiche settimane, le istanze dell'industria logistica. Non servono né minacce né strepitii per svolgere al meglio questo lavoro”.
Anche Conftrasporto è intervenuta sull’annuncio di Trasportounito con una dichiarazione del vice-presidente Paolo Uggè diffusa nel tardo pomeriggio del 21 aprile: “Avevamo ipotizzato che le situazioni di disagio avrebbero potuto innescare manifestazioni di protesta organizzate da chi già nel passato aveva tentato di strumentalizzare il movimento dei forconi per proprie convenienze. Oggi si apprende che già dalla prossima settimana, venendo meno ai protocolli sull’autoregolamentazione delle iniziative di protesta, il tentativo di strumentalizzare è partito”.
Uggè precisa che “Le federazioni di settore responsabili non proclameranno alcuna iniziativa di fermo”, aggiungendo però che “proteste spontanee potrebbero verificarsi. Il Governo dovrebbe rispondere nei tempi più rapidi possibili all’emanazione di alcuni provvedimenti annunciati (costi della sicurezza, tempi di pagamento, interventi sui pedaggi autostradali, riduzione di tempi di lavoro per il personale viaggiante) oltre ad attuare gli interventi necessari ad assicurare la liquidità alle imprese, che è un problema universale per il mondo imprenditoriale”.