La confisca di oggi conferma la radicata presenza della mafia calabrese nell'autotrasporto emiliano, dimostrata dall'inchiesta Aemilia che poi ha portato a numerose condanne nell'omonimo processo. E proprio da queste sentenze è scaturita la confisca attuata oggi dalla Guardia di Finanza, che ha coinvolto diciannove società operanti nelle provincie di Parma, Reggio Emilia, Mantova, Verona e Crotone e 50 autoveicoli, compreso un intero parco di veicoli industriali di un'azienda di autotrasporto con sede nella provincia di Reggio Emilia, più 253 immobili industriali, commerciali e di civile abitazione, nelle provincie di Parma, Reggio Emilia, Modena, Mantova, La Spezia e Crotone. Il valore totale di questa confisca è di 40 milioni di euro. Gli autoarticolati sono stati consegnati ai Vigili del Fuoco per utilizzarli nelle loro attività.
L'indagine ha svelato un giro d'usura attuato ai danni di alcuni imprenditori emiliani, dove gli inquirenti hanno scoperto un tasso d'interesse fino al 200%: in un prestito la vittima dovuto restituire un milione di euro a fronte di un prestito di 700mila euro. Per legalizzare quest'attività, l'organizzazione usava società fasulle, i cui bilanci apparivano regolari grazie a fatture false. Tra le attività economiche in cui gli usurai investivano i profitti c'erano anche quelle di autotrasporto e logistica.
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