L'Austria eleva il muro con l'Italia, avviando la realizzazione di una barriera lungo il confine del Brennero e annunciando controlli più rigorosi agli autoveicoli di passaggio dall'inizio di giugno, per impedire il transito di migranti e profughi. Il ministro della Difesa austriaco annuncia infatti un sistema di gestione dei confini simile a quello già attuato al confine di Spielfeld con la Slovenia. Nei giorni scorsi, l'Austria ha già iniziato i controlli dei veicoli pesanti a campione, che stanno causando rallentamenti all'autotrasporto internazionale.
I controlli agli autoveicoli saranno svolti in un piazzale posto a nord del confine, dove sarà allestito anche un centro di registrazione per profughi. Una barriera attraverserà la fascia lunga 250 metri che comprende la Statale 12 (162 in Austria), l'autostrada A22 (A13 in Austria) e la linea ferroviaria. È previsto anche uno scanner che individuerà la presenza di persone all'interno del vano di carico.
L'istituzione di controlli alla frontiera tra Italia e Austria sta preoccupando non solo i trasportatori, visto che il Brennero è la principale arteria per il trasporto internazionale terrestre, ma l'intero sistema economico nazionale. Sulla questione si sta muovendo anche l'Unione Europea. Oggi, il Commissario Europeo Dimitris Avramopoulos ha dichiarato tramite la sua portavoce che la Commissione sta valutando "molto seriamente" le conseguenze della reintroduzione dei controlli alle frontiere sulla libera circolazione. Inoltre, il Commissario ha ricordato che tale reintroduzione deve essere "eccezionale e temporanea".
Secondo una ricerca di Confcommercio e Conftrasporto, i rallentamenti al flusso di veicoli industriali tra Italia e Austria costerebbe alle imprese di autotrasporto oltre 170 milioni di euro l'anno (considerando il fermo di un'ora per camion), oltre a compromettere un interscambio commerciale che vale 140 miliardi di euro l'anno. "È un rischio che va scongiurato al più presto", ammonisce il presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè "In gioco, oltre al danno per la filiera logistica e per tutta l'economia nazionale, c'è anche la stessa essenza della politica europea dei trasporti all'interno del più generale disegno europeo".
Per affrontare la questione, la confederazione del trasporto propone l'introduzione di un sistema di trasmissione preventiva dei dati del trasporto per le imprese extra-comunitarie, con contestuale attivazione di un corridoio di libero scambio per tutti i vettori europei: "Questa misura, se adottata, consentirebbe di rispondere con efficacia alle esigenze della sicurezza preservando il valore dell'area di libero scambio europea", spiega Uggè.
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