In Puglia, gli autotrasportatori si sono mossi di prima mattina: quaranta trattori stradali sono partiti dello stabilimento dell'Ilva e, dopo avere percorso le Statali 7 e 106, sono entrati in città, fermandosi davanti al Municipio. Poi, il sindaco della città pugliese, Ippazio Stefàno, ha raggiunto i manifestanti, che gli hanno consegnato le chiavi dei loro camion. Al termine della manifestazione, i quaranta veicoli sono tornati davanti al varco C dell'Ilva, dove gli autotrasportatori stanno attuando da settimane un presidio che filtra gli accessi ai veicoli pesanti. In pratica, viene concesso l'ingresso a soli venti camion, che trasportano materie prime necessarie per non spegnere i forni dell'acciaieria.
Sempre questa mattina, alle 9:30, sessanta trattori sono partiti dall'impianto Ilva di Novi Ligure, dirigendosi ad Alessandria, dove una delegazione di autotrasportatori ha incontrato il prefetto Romilda Tafuri.
Le imprese chiedono il pagamento delle fatture arretrate e la convocazione urgente da parte del Governo: "L'Esecutivo deve farsi carico di chi legittimamente aspetta di essere pagato", spiega una nota firmata da Anita, Fai Conftrasporto, Fita Cna, Fisi Confetra, Confartigianato Trasporti e Sna Casartigiani. "Le imprese, che finora hanno deciso di non eseguire il trasporto dei materiali e del prodotto finito garantendo comunque il servizio per gli altiforni, non accetteranno di chiudere per scelte fatte da altri; ma se l'esecutivo continuerà ad ignorare le esigenze di tali imprese, esse valuteranno la possibilità concreta di fermare completamente i servizi con l'inevitabile conseguenza di bloccare definitivamente l'attività degli impianti siderurgici. Sarebbe questa una scelta drammatica per tutti, la cui responsabilità andrebbe attribuita esclusivamente al Governo".
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