Un redattore di TrasportoEuropa ha assistito a una riunione autoconvocata da alcuni autotrasportatori della parte meridionale della provincia di Salerno per affrontare il problema dell’aumento del gasolio. Non è stata un’assemblea di massa, vi hanno partecipato una cinquantina di persone, ma la riteniamo importante perché rappresenta uno spaccato della situazione attuale. Il primo elemento importante è che all’incontro c’erano sia imprese aderenti alle associazioni di categoria, con una partecipazione trasversale, sia prive di ogni tessera.
Il tema dell’incontro era che cosa chiedere e che cosa fare per affrontare la questione e qua sono emersi due diverse visioni. Alcuni vogliono rivolgersi al Governo per chiedere provvedimenti destinati direttamente a ridurre o compensare i costi, tra cui spicca la diminuzione delle accise, mentre altri puntano più sulla richiesta di aumenti tariffari ai committenti (e qualcuno ha annunciato che lo avrebbe fatto dal giorno successivo) sostenuta da obblighi quali un sovrapprezzo obbligatorio sul gasolio o l’applicazione concreta dei costi minimi.
Chi vuole una compensazione afferma che in questo modo si avrebbe un rimborso dei maggiori costi in breve tempo, mentre misure normative per aumentare le tariffe richiedono tempo e in molti casi sono di difficile applicazione o controllo. Altri controbattono che è difficile ottenere misure sulle accise e comunque lo Stato ha risorse limitate e deve affrontare la crisi di diversi comparti. Inoltre, aggiungono, la committenza conosce eventuali sconti o contributi e li usa come pretesto per ridurre le tariffe.
Chi invece preferisce la strada dell’aumento tariffario, anche con un supporto normativo, sostiene che gli aumenti devono essere ribaltati sulla merce e che altri comparti del trasporto applicano il sovrapprezzo sul gasolio, che è obbligatorio anche nell’autotrasporto in alcuni Paesi europei, come la Francia e recentemente la Spagna. Ma chi e quando controlla, ribattono i contrari, aggiungendo che anche in presenza di una normativa in molte situazioni è difficile applicare i sovrapprezzi.
Il dibattito è aperto anche sulle tariffe minime di sicurezza. Chi ha vissuto le tariffe a forcella ricorda che era difficile applicarle anche se erano obbligatorie e si potevano ottenere i risarcimenti solo dopo un lungo iter processuale. Però senza neppure questo provvedimento, sostengono altri, mancano appigli per spingere i committenti ad adeguare le tariffe.
Al termine dell’incontro non è stata ricavata una soluzione definitiva al problema. I partecipanti hanno deciso di rivedersi, ma ritengono l’evento positivo perché è un primo passo per affrontare insieme la questione. Inoltre, conoscersi direttamente è anche un modo per prevenire la guerra condotta al ribasso delle tariffe, almeno nell’ambito dello stesso territorio. Intanto si attendono i risultati dell’incontro del 16 marzo 2022 tra le associazioni e il ministero Mims (ex Trasporti).