Come TrasportoEuropa ha riferito ieri mattina, nella notte tra l'11 e il 12 dicembre, alla quarta riunione in due mesi, i rappresentanti del Parlamento Europeo e quelli del Consiglio d'Europa (che rappresenta i Governi nazionali) hanno raggiunto l'accordo su un testo condiviso sul primo Pacchetto Mobilità, che prevede importanti cambiamenti nell'autotrasporto internazionale, soprattutto per quanto riguarda le modalità del cabotaggio stradale e del riposo e distacco degli autisti. A una giorno dall'approvazione del testo sono emersi particolari suoi suoi contenuti.
Sui tempi di guida e di riposo degli autisti non cambia il periodo complessivo massimo di novanta ore di guida calcolate su due settimane consecutive, anche se è previsto un prolungamento in casi eccezionali come per esempio il ritorno in sede del conducente. Cambiano però alcune regole sul riposo settimanale degli autisti internazionali, che potranno svolgere due periodi di riposo consecutivi di 24 ore fuori dal Paese dove da sede l'azienda di autotrasporto, a condizione che prendano un periodo di riposo compensativo prima di quello settimanale regolare di 45 ore, da prendere nella terza settimana fuori dalla cabina del camion (tale divieto è ora esplicitamente imposto). Resteranno invece le attuali regole del riposo settimanale per i trasporti nazionali. Inoltre, gli autisti internazionali dovranno tornare nel Paese di residenza ogni quattro settimane, in qualsiasi punto d'Europa si trovino.
Un altro tema importante che riguarda gli autisti è il loro distacco internazionale, che in diversi casi favorisce il dumping sociale. Nuove regole, che s'ispirano a quelle più generali del distacco dei lavoratori all'interno dell'Unione, saranno applicate nel caso di autotrasporto internazionale (ma con deroghe per il solo transito e per i trasporti bilaterali), a quello in regime di cabotaggio e alla parte stradale del trasporto combinato. Le deroghe però non potranno essere attuate nei distacchi all'intero di un Gruppo internazionale.
Uno degli argomenti di maggior frizione è la riforma del cabotaggio stradale, su cui nelle scorse settimane il Belgio è uscito dall'alleanza tra i Paesi occidentali (Road Alliance). Resterà l'impianto attuale di un massimo di tre trasporti nazionali in una settimana da quando in camion entra in un Paese con un trasporto internazionale. Il testo introduce un "periodo di raffreddamento", ossia l'obbligo, dopo il periodo di cabotaggio, di uscire dal Paese e non rientrarvi per almeno quattro giorni. A tale proposito, il Belgio ritiene che l'istituzione del raffreddamento favorisca i grandi Paesi occidentali (Francia e Germania) e sfavorisca quelli piccoli. Durante le operazioni di cabotaggio, gli autisti dovranno avere una retribuzione pari a quella dei conducente del Paese dove operano. I veicoli che svolgono trasporti internazionale dovranno tornare nel Paese dove sono immatricolati almeno una volta ogni otto settimane.
Importanti novità riguardano i controlli e le sanzioni. Le imprese di autotrasporto che violeranno le norme sul cabotaggio e sul distacco transnazionale degli autisti potranno subire la perdita dell'onorabilità e quindi il ritiro dell'autorizzazione all'autotrasporto internazionale. Per controllare il rispetto delle nuove regole viene potenziato il cronotachigrafo. Tutti veicoli che svolgeranno autotrasporto internazionale dovranno adottare quello di nuova generazione (smart) entro il 2025. Per evitare la concorrenza sleale attuata con veicoli commerciali, entro il 2026 quelli con massa complessiva tra 2,5 e 3,5 tonnellate che svolgeranno trasporti internazionali dovranno avere il cronotachigrafo e l'impresa titolare dovrà essere soggetta alle regole di accesso alla professione. Infine, il testo impone ai Pesi aderenti di aumentare il numero e l'efficacia dei controlli su strada.
Il testo uscito il 12 dicembre dal Trilogo deve ora passare la convalida dei tre organismi che lo compongono, ossia la Commissione Europea, il Parlamento Europeo e il Consiglio Europeo. Nonostante il compromesso raggiunto, restano forti opposizioni da parte dei Paesi orientali, che ritengono il primo Pacchetto Mobilità troppo sbilanciato verso gli interessi di quelli occidentali. Ci potrebbero quindi essere sorprese nelle votazioni dell'Europarlamento e dei singoli Stati.
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