Il 5 agosto 2020 numerosi giornali hanno lanciato l’allarme sulle accise sul gasolio che però finora appare come un falso allarme, almeno per l’autotrasporto. La notizia vera è che il 31 luglio il ministero dell’Ambiente ha avviato una consultazione pubblica sul percorso per “abbattere i sussidi ambientalmente pericolosi nello spirito di quella transizione ecologica che era già necessaria ma che ora è ancora più urgente per costruire il New Green Deal dopo l’emergenza Covid”, come spiega il ministro Sergio Costa. Queste consultazioni si chiuderanno a fine agosto, così da “trasformare le proposte in articoli da inserire nella prossima Legge di Bilancio”.
Insomma, siamo ancora al dibattito preliminare, che però ha spinto diversi giornali a lanciare l’allarme sul possibile aumento delle accise sul gasolio, perché uno dei punti che saranno discussi è intitolato “la minore accisa del gasolio rispetto alla benzina per l'utilizzo come carburante”. Si tratterebbe quindi di allineare l’accisa del gasolio a quella della benzina.
La scheda relativa a questo provvedimento spiega che “l’intervento mira, con un carattere di gradualità, pluriennalità e proporzionalità a eliminare l’attuale beneficio previsto in relazione ai sussidi ambientalmente dannosi sopra elencati, per poi utilizzare le risorse liberate al fine di incentivare interventi ambientalmente virtuosi in favore degli stessi settori e delle stesse imprese attualmente beneficiari dell’agevolazione (cosiddetta logica a saldo zero)”.
L’allineamento delle accise potrebbe iniziare il 1° gennaio 2021 e terminare il 1° gennaio 2030. Passeranno quindi nove anni per portare l’accisa del gasolio a 728,4 euro per 1000 litri (ossia l’attuale cifra per la benzina). Lo stesso documento del ministero dell’Ambiente precisa che “le predette variazioni delle aliquote di accisa sul gasolio non incideranno sul cosiddetto ‘gasolio commerciale’ utilizzato dalle aziende di autotrasporto merci (che utilizzano veicoli di massa superiore a 7,5 tonnellate) e trasporto regolare di passeggeri: il gasolio impiegato nei predetti usi di trasporto merci e passeggeri è infatti sottoposto ad una specifica e indipendente aliquota di accisa”.
Lo schema predisposto dal ministero prevede che dal 2021 al 2031 il rimborso per gli autotrasportatori crescerà da 32,4 milioni a 648,7 milioni di euro. Il beneficio potrebbe essere eventualmente annullato dal 2032. Nonostante queste rassicurazioni scritte, il 6 agosto Conftrasporto ha diffuso un comunicato in cui minaccia il fermo dell’autotrasporto sulla possibile “stangata accise sui diesel”. Il vice-presidente dell’associazione, Paolo Uggè, afferma che “il ministro dell’ambiente Sergio Costa non trova di meglio che proporre un incremento dell’accisa per un settore che ha consentito durante la pandemia, e che consente ancora oggi, di far arrivare nei mercati europei le merci prodotte o trasformate nel nostro Paese. Gli aumenti annunciati sono frutto di una volontà a prescindere, o il tentativo di raccogliere risorse per incrementare le entrate del Governo?”.
Quindi i casi sono due: o a Uggè hanno sottoposto solo alcuni articoli di giornale e non il documento completo del ministero dell’Ambiente (che si può leggere in questo link), oppure Conftrasporto preannuncia un fermo con un decennio d’anticipo (poiché il beneficio per l’autotrasporto potrebbe sparire nel 2032, ossia tra qualche dozzina di Governi e in una situazione politica ed economica che non possiamo ancora prevedere). In questo secondo caso saremmo in presenza di un nuovo record nella lunga storia dei fermi dell'autotrasporto minacciati ma mai attuati.