"Il comparto dell'autotrasporto è da sempre il più esposto ai rischi di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata", spiega il presidente di FitaLog, Enrico Bini. Per contrastare questo fenomeno, FitaLog ha adottato il modello organizzativo ex Dlgs 231/2001 e un proprio codice etico, che sarà pronto nei primi mesi del 2015. "Nel corso degli anni, in presenza di prove certe e certificate, il consorzio ha immediatamente espulso le aziende colpevoli di reati riconducibili alla criminalità organizzata o i cui titolari siano stati giudicati colpevoli per lo stesso tipo di reato".
Il nuovo codice etico sorge dalla consapevolezza che le regole per aderire al consorzio sono state in passato troppo larghe: lo Statuto imponeva solo l'iscrizione all'Albo degli Autotrasportatori. Ora, spiega Bini, FitaLog incrocia le visure camerali e altri dati per "fotografare" le imprese e comportarsi di conseguenza. Per arrivare all'espulsione, però, bisogna attendere una eventuale condanna definitiva di un associato, per non violare la presunzione d'innocenza.
Da qua, la necessità di rinnovare il codice etico: "Stiamo cercando di introdurre nuove regole di tipo morale e comportamentale per fare filtro, approfittando anche degli strumenti garantiti dal Decreto Sblocca Italia, ora legge, che obbliga chi si iscrive all'Albo degli Autotrasportatori a fornire l'informativa antimafia. Dovranno presentarla anche le aziende già iscritte. Continueremo a vigilare", conclude Bini. Che invita le associazioni di categoria e gli altri consorzi a seguire l'esempio di FitaLog.
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