Circa ottanta autisti del gruppo Agmaz sono in sciopero in una piazzola di Grafenhausen, in Germania da ormai due mesi. Gli stipendi arretrati, stando a quanto dichiarato dalle associazioni presenti sul luogo, ammonterebbero a 543 mila euro e martedì 19 settembre 2023 circa trenta conducenti hanno indetto uno sciopero della fame. Per monitorare il loro stato di salute sul posto è giunta un'equipe di cinque medici facenti capo all'associazione tedesca Armut und Gesundheit, povertà e salute. In un lungo post pubblicato sui social, il team ha espresso preoccupazione per la salute degli autisti, invitandoli a sospendere questo tipo di protesta.
L’associazione scrive che “uno sciopero della fame è sempre una condizione mortale. È uno scandalo che gli autisti non abbiano ancora ricevuto i loro stipendi, si tratta di una situazione esistenzialmente minacciosa per loro stessi e per le loro famiglie nei Paesi d'origine. Nelle ultime sei settimane, siamo stati regolarmente a supporto degli autisti con il nostro personale medico e la maggior parte di loro è diventata ipotona e suscettibile di infezioni. Abbiamo chiesto loro di fermare lo sciopero della fame, si trovano in uno stato di salute pericoloso e stiamo somministrando farmaci d'emergenza. Uno sciopero della fame che dura giorni può sempre degenerare e sfociare in una situazione di pericolo di vita. I politici devono intervenire il prima possibile, non può essere vero che in Europa ci siano corrieri che non pagano ai propri dipendenti gli stipendi dovuti. Tutti noi dovremmo sostenere questi coraggiosi uomini nelle loro azioni contro queste violazioni dei diritti umani. Sperando che nessuno perda la vita a causa dello sciopero della fame”.
Oltre al team di medici, sul posto è intervenuto il presidente del Partito Socialdemocratico (Spd) tedesco, Lars Klingbeil, che si è dichiarato profondamente scosso per la situazione che ormai si protrae da 10 settimane: “Queste non sono le condizioni adatte per la nostra Europa nel 2023”, ha dichiarato. “Gli autisti sono molto disperati, così disperati che minacciano di iniziare uno sciopero della fame. Abbiamo avuto conversazioni estremamente commoventi alcuni di loro mi hanno descritto con le lacrime agli occhi quanto fosse difficile la loro situazione. Tali condizioni sono assolutamente inaccettabili, faremo pressione per porre fine a questo sfruttamento e a questa situazione disumana”.
Klingbeil ha poi fatto un appello a Mazur, titolare del gruppo Agmaz/Lukmaz/Imperia affinché riconoscesse immediatamente quanto dovuto ai suoi dipendenti ed ha invitato i committenti della filiera a prendersi le loro responsabilità su quanto sta avvenendo nella piazzola dell'autostrada A5. Anche il sindacato Fnv, attraverso le parole del suo portavoce Edwin Atema, ha attaccato duramente committenti come Mercedes, Dhl, Bmw, Red Bull, Volkswagen e molti altri. In un lungo comunicato, Atema ha spiegato che alcuni carichi di Dhl, per esempio, sono bloccati nel parcheggio di Grafenhausen e, nonostante questo, il colosso giallorosso si sarebbe “colpevolmente” estraniato dalla vicenda.
Diverso è stato invece il comportamento di altri committenti che nelle ultime settimane hanno donato oltre 20mila euro agli autisti, che hanno poi sbloccato il carico e consegnato la merce a destino. Atema ha poi spiegato che, pur apprezzando lo sforzo dei politici e gli aiuti di associazioni e di parte dei committenti, non esiste ancora una soluzione che aiuti specificamente gli autisti in sciopero. Le catene di fornitura sarebbero ancora intatte mentre una speranza sarebbe arrivata dal ministro federale del lavoro, Hubertus Heil, che vorrebbe istituire controlli speciali sulle aziende che collaborano con Mazur. L'obiettivo sarebbe quello di rendere i clienti tedeschi del gruppo Agmaz responsabili ai sensi della legge sulla due diligence della catena di fornitura (Lksg), che obbliga le grandi aziende a garantire il rispetto degli standard minimi delle condizioni di lavoro e il pagamento di salari adeguati.
Marco Martinelli