Il nuovo ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, si è appena seduto sulla scrivania che deve affrontare un fascicolo scottante che riguarda l'autotrasporto. È la riunione del Brenner Meeting, che presenzierà domani a Bolzano con i suoi omologhi austriaco e tedesco e che dovrà sciogliere il nodo dei limiti posti unilateralmente (nonostante le dichiarazioni di collegialità diramate dopo ila prima riunione) dal Tirolo austriaco al transito dei veicoli industriali lungo l'asse del Brennero. La Germania si è già dichiarata contraria, così come le associazioni dell'autotrasporto italiane. Il ministro uscente Delrio ha rilasciato alcune tiepide proteste prima di lasciare l'ufficio a Toninelli, che domani dovrà prendere una decisione chiara e attuare i conseguenti provvedimenti.
Il ministro dei Trasporti dovrà decidere da solo, perché non ha ancora nominato viceministro e sottosegretari. Nel pomeriggio di oggi non ha ancora annunciato alcuna posizione, mentre il mondo dell'autotrasporto sta attuando una pressione affinché si opponga con decisione al provvedimento austriaco. "L'Austria lavora da tempo per ostacolare, in assenza di alternative efficienti, il superamento dell'arco alpino, attraversato da 200 milioni di tonnellate all'anno per un valore pari a 524 miliardi di euro. Il blocco dell'Austria, oltre a generare inquinamento (i veicoli industriali fermi inquinano più di uno Euro 6) produce al sistema produttivo un costo, per ogni ora, pari a 203 milioni di euro. Il fermo di un camion costa all'impresa tra gli 800 e i mille euro al giorno", sottolinea il vice-presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè, che si appella a Toninelli affinché: "ribadisca in maniera ancora più decisa la posizione assunta in merito dal suo predecessore, e la necessità di approdare a decisioni pienamente condivise".
Sulla questione del Brennero, Anita (autotrasporto) e Anfia (costruttori automobilistici italiani) hanno scritto insieme al ministro dei Trasporti per chiedergli di opporsi al provvedimento austriaco. "Iniziative unilaterali, come il sistema di dosaggio dei veicoli pesanti messo in piedi dal Tirolo, non solo distorcono la concorrenza e contrastano con il diritto UE, ma hanno anche un effetto controproducente su congestione ed emissioni nocive, come testimoniato dalle lunghe file di Tir che si sono registrate nei giorni di divieto, e determinano anche un problema sociale per gli autisti", dichiara Thomas Baumgartner, presidente di Anita.
Il direttore di Anfia, Gianmarco Giorda propone di differenziare i limiti e i divieti sulla base della categoria ambientale dei veicoli: "La soluzione al problema potrebbe avvenire attraverso una differenziazione della circolazione delle classi di veicoli penalizzando quelli più inquinanti, garantendo la circolazione ai mezzi Euro VI e prevedendo una premialità aggiuntiva per i veicoli più moderni e puliti, in primis quelli alimentati a gas naturale liquefatto, gas naturale compresso e full electric, ma anche attraverso l'utilizzo di moderne tecnologie come il platooning, i semirimorchi allungati del Progetto 18 o anche gli EMS".
Al Brenner Meeting si parlerà anche di trasferimento delle merci dalla strada alla rotaia, una soluzione che Baumgartner non ritiene al momento risolutiva: "Il 70% dell'export e dell'import italiano passa sulle Alpi e la maggior parte viaggia attraverso il Brennero, asse fondamentale di collegamento del nostro Paese con i grandi mercati del Centro e Nord Europa. È illusorio pensare che tutte le merci possano essere trasferite alla ferrovia: il modal shift va sicuramente incentivato, ma al tempo stesso occorrono soluzioni che garantiscano la permeabilità dell'arco alpino al trasporto su strada, coniugando le esigenze ambientali con la sostenibilità economica".
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