Considerando cento il numero dei veicoli industriali che viaggia nel nord Italia, l'Ufficio Studi della Cgia di Mestre stima che il 60% viaggi nel Nord-Est, a fronte del 40% che viaggia nel Nord-Ovest. La stima è stata fatta considerando le statistiche dei veicoli industriali medi medi giornalieri presenti nei principali tratti autostradali. Questi numeri spingono la la Cgia ad affermare che il peso dell'autotrasporto, e quindi del sistema economico del Paese, si è spostato verso est.
"Il forte squilibrio territoriale emerso da questa comparazione è solo in parte ascrivibile al fatto che a Nord-Ovest c'è una rete ferroviaria più diffusa che in altre parti del Paese", afferma coordinatore dell'Ufficio Studi della Cgia, Paolo Zabeo. "Questa specificità, collegata agli effetti sul trasporto merci delle autostrade del mare, ha consentito di assorbire una quota di prodotti che, altrimenti, viaggerebbero su gomma. Detto ciò, è altrettanto indiscutibile che il Nord-Est, allargato per ragioni storiche e culturali anche alle province di Brescia e Bergamo, è diventato il vero motore economico del Paese. Con centinaia di migliaia di Pmi da rifornire o con prodotti finiti che partono da questo territorio per raggiungere i mercati di destinazione, la numerosa presenza di veicoli industriali è sicuramente un segnale di grande vivacità produttiva che, tuttavia, ha originato anche delle criticità, come il congestionamento da traffico e la sicurezza stradale, molto avvertite dall'opinione pubblica".
La ricerca mostra anche che l'autostrada più trafficata d'Italia è l'A4 Brescia-Padova, che registra 26.242 veicoli pesanti teorici medi giornalieri. Seguono l'A4 Milano-Brescia con 24.699 veicoli, l'A1 Milano-Bologna con 21.663 veicoli, l'A1 Bologna-Firenze con 16.490 veicoli, l'A14 Bologna-Ancona con 15.069 veicoli e il Passante/Tangenziale di Mestre con 13.829 veicoli. Il dato medio riferito all'intera tratta autostradale presente in Italia è pari a 9.085 mezzi pesanti.
Comunque, rispetto all'anno pre-crisi (2007), il numero medio di veicoli industriali circolanti nelle autostrade italiane è ancora più basso del 12%: se nel 2007 il numero di veicoli pesanti teorici medi giornalieri circolanti su tutte le autostrade d'Italia era pari a 10.334, l'anno scorso, sebbene dal 2014 ci sia stata una decisa inversione di tendenza, si è fermato quota 9.085. Sempre in questi ultimi dieci anni, tra le 35 tratte autostradali analizzate, le uniche che hanno recuperato i flussi di traffico del 2007 sono state l'A5 Aosta-Traforo del Monte Bianco (+16,2%), la T1 Traforo del Monte Bianco (+8,6%) e l'A22 del Brennero-Verona (+2,3%). Tutte la altre, invece, presentano ancora variazioni negative.
"A incrementare i volumi di traffico sono stati solo i principali assi autostradali che hanno consentito alle nostre merci di arrivare nel cuore dell'Europa, in particolar modo in Francia e Germania. Tutte le altre, invece, hanno registrato forti contrazioni, così come è avvenuto anche per il trasporto merci su rotaia che in questi ultimi dieci anni a livello nazionale ha perso il 10 percento di traffico", spiega il segretario della Cgia Renato Mason. In concreto, gli autotrasportatori stranieri presidiano ormai stabilmente queste tratte. Secondo i dati Eurostat del 2015 il peso dell'autotrasporto dai paesi terzi ha raggiunto livelli impressionanti. Nel traffico bilaterale Italia-Francia, ad esempio, i veicoli industriali da Paesi terzi assorbono il 35,2 per cento del flusso totale; in quello Italia-Austria l'incidenza è del 45,3 per cento e in quello Italia-Germania raggiunge addirittura il 48,7 per cento.
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