La riunione del 24 maggio sera tra i rappresentanti degli autotrasportatori e il Governo non ha annullato il fermo dei camion, che ormai dura da sette giorni consecutivi e ha causato la chiusura di distributori di carburante, negozi e impianti produttivi. Il Brasile è paralizzato e la mancanza di carburante provoca anche il blocco del trasporto pubblico, degli aeroporti e delle scuole. Durante la riunione, le due associazioni più radicali, Unica e Abcam, hanno abbandonato l'incontro, annunciando che proseguiranno la protesta a oltranza, mentre otto sigle hanno firmato una tregua.
La situazione d'emergenza ha spinto il presidente basiliano, Michel Temer, ad autorizzare l'uso dell'esercito, ma secondo alcune fonti locali, anche se cessassero improvvisamente i blocchi ci vuole tempo per ripristinare le scorte. Il bilancio diramato dalla Polizia Stradale Federale, Polícia Rodoviária Federal, mostrava la sera di sabato 26 maggio 586 blocchi, mentre altri 577 sono stati liberati. Ma sciogliere un blocco non basta, perché si riforma dopo in un altro posto.
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