L'autoarticolato che venerdì notte ha travolto un vettura alla barriera di Torino dell'autostrada A4 sta alimentando numerosi articoli sulla stampa quotidiana generalista, che scopre così le condizioni di sfruttamento degli autisti e la "invasione" dei camion dell'Est. Un clamore mediatico che ha spinto Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto, a intervenire questa mattina, spiegando che "questa tragedia è la conseguenza d'inadeguate forme di controllo, che vanno decisamente potenziate con un incremento delle pattuglie dedicate. Ma soprattutto è frutto di una concorrenza distorta che parte dai salari, passa attraverso la formazione, e che riversa sulle strade italiane fra i 30 e i 40mila veicoli pesanti condotti da autisti dell'Est spesso sottopagati e discutibilmente selezionati".
Uggè prosegue chiarendo chiedendosi "come può un'impresa che ha un costo anche di 298 euro al mese per autista assicurarne la professionalità e garantire la sicurezza di circolazione, quando in Italia un conducente costa all'impresa fra i 3 mila e i 4mila euro al mese?". A questa domanda, il presidente di Conftrasporto risponde che ciò avviene per una "sperequazione". In concreto, "uno squilibrio che si traduce da un lato in un regime di concorrenza sleale e in un'invasione di mezzi dai Paesi dell'Est , dall'altro in un innalzamento esponenziale del rischio per coloro che viaggiano sulle nostre strade. Se ci aggiungiamo, tanto per fare un esempio, che, in caso di ritiro della patente il conducente riesce a ottenerne una nuova a fronte di una denuncia per smarrimento nel proprio Paese".
Dopo l'analisi, Uggè avanza la richiesta di "un sistema di leggi omogeneo a livello comunitario per garantire elevati livelli di professionalità – dalla selezione del personale alla remunerazione, al rispetto dei periodi di riposo tra un viaggio e l'altro - che salvaguardino la sicurezza dei cittadini".
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