Il vertice di Monaco è stato organizzato dal coordinatore del corridoio scandinavo-mediterraneo della Unione Europea, Pat Cox, per mettere intorno a un tavolo i ministri dei Trasporti di Austria, Germania e Italia e i presidenti delle Regioni interessate al traffico lungo l'asse del Brennero, ossia Baviera, Tirolo, Alto Adige e Trentino. Lo scopo dell'incontro è trovare soluzioni di trasporto sostenibili e di lungo periodo in un asse molto trafficato. Tra le proposte c'è anche quella di porre limiti al trasporto di merci su strada e dirottarlo sulla ferrovia.
E proprio su tale ipotesi arriva il monito di Conftrasporto: "Nessuno pensi di utilizzare il Brenner Meeting per cercare di introdurre limitazioni ai collegamenti tra un Paese periferico, quale l'Italia, e quelli oltre il valico", dichiara il presidente della Confederazione, Paolo Uggè. "Il Brenner meeting del 5 febbraio è sicuramente un'occasione di verifica per predisporre soluzioni adeguate in previsione della realizzazione del traforo del Brennero. Non si cerchi di accampare la scusa d'improbabili incrementi del traffico pesante, che da nostri dati è invece in linea con le previsioni".
Conftrasporto chiede di potenziare i collegamenti ferroviari, ma senza introdurre "elementi al solo scopo di distorcere la concorrenza e la libertà nei traffici merci internazionali". Uggè sottolinea che "l'accordo realizzato per il traforo del Brennero e le disposizioni comunitarie consentono di introdurre sovra-pedaggi, ma nessuna forma di contingentamento". Conftrasporto si rivolge, in particolare, al Governo Italiano che ha sottoscritto con la Road Alliance "principi che tutelano l'attività di trasporto merci su strada".
Conftrasporto fa leva anche sull'attuale situazione politica italiana: "Assumere impegni vincolanti alla vigilia della competizione elettorale sarebbe grave, in quanto metterebbe il nuovo esecutivo, qualunque esso sia, di fronte a un fatto compiuto che non potrebbe che innescare iniziative di autotutela da parte degli operatori interessati".
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