La Corte di Cassazione, con l'ordinanza numero 6827, ha stabilito un importante precedente in materia di rapporti di lavoro, affermando che la violazione delle norme e delle procedure interne da parte dei dipendenti, che esponga la società a danni economici e la renda passibile di sanzioni, costituisce un valido motivo per un licenziamento per giusta causa. La Corte d'Appello aveva già negato le richieste dei lavoratori, confermando la loro responsabilità disciplinare.
In base alla ricostruzione dei fatti e alla valutazione delle prove, il giudice di Appello aveva rilevato che la contestazione aveva avuto come oggetto il carico su un veicolo industriale (fermato a seguito di ispezione) di merce di significativo valore commerciale (lamiere) non corrispondente ai documenti di trasporto e di maggior valore rispetto a quanto scritto, in contrasto con le procedure interne e di rilevanza esterna.
Il giudice di secondo grado aveva anche osservato che l'istruttoria aveva confermato l'esistenza dei fatti contestati, la volontarietà della condotta tenuta, l'insussistenza di prassi diverse dall'annullamento e sostituzione dell'ordine in caso di sua modifica. Così, ritenne provata la responsabilità disciplinare di entrambi i lavoratori per avere operato, per la parte di rispettiva competenza, in maniera gravemente difforme rispetto alla prassi e alle regole aziendali, esponendo l'azienda al pericolo di un danno economico grave
Dopo una dettagliata analisi, la Cassazione ha rilevato che la condotta dei lavoratori, compromettendo non solo l'integrità ma anche la sicurezza delle operazioni aziendali, ha violato il vincolo fiduciario essenziale nel rapporto di lavoro, giustificando così la decisione del licenziamento. La decisione conferma quindi la legittimità dell'azione disciplinare intrapresa dal datore di lavoro, ribadendo il principio che la sicurezza delle operazioni aziendali deve sempre essere garantita, in ogni aspetto e da ogni membro della squadra.
Avvocato Maria Cristina Bruni
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