La fotografia dell'Albo Nazionale degli Autotrasportatori del 22 febbraio 2017 mostra 123.121 imprese operanti in conto terzi iscritte. Ma non tutte sarebbero in attività, perché di queste 23.195 non sono più iscritte alla Camera di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato e, quindi, non possono in teoria svolgere attività imprenditoriale. Al convegno del Transpotec, il Comitato Centrale ha assicurato che è già attivata la procedura di cancellazione di queste realtà, che dovrebbe quindi portare il numero delle imprese iscritte sotto le centomila unità. Ma siamo ancora all'inizio perché, sempre secondo i dati ufficiali, dal 1° novembre 2016 al 22 febbraio 2017 sono state radiate solo 4448 imprese, ossia poco più di un sesto.
Ma c'è un'altra categoria che deve essere analizzata ed eventualmente cancellata, quella delle imprese di autotrasporto in conto terzi che non risultano titolari di alcun veicolo per trasporto merci. Sono 15.558 e anche in questo caso non potrebbero svolgere l'attività per cui sono iscritte all'Albo per mancanza dei mezzi per farlo e il Comitato Centrale ha dichiarato che nei prossimi mesi inizierà la verifica anche per questa categoria.
Secondo le stime dell'Albo, al termine di questa operazione di "pulizia", il numero delle imprese iscritte all'Albo dovrebbe ridursi intorno alle 90mila unità, cifra che corrisponde al numero degli attestati di regolarità rilasciati nel 2016, ossia 89.942. Durante il convegno del Transpotec, la presidente del Comitato Centrale, Maria Teresa Di Matteo, ha sottolineato che la regolarità "è un obiettivo strategico e quanto avviato due anni fa dal nulla, con altri enti e organismi, va oltre il semplice controllo dei dati relativi alle imprese ma rappresenta una politica di monitoraggio del settore".
Il Comitato Centrale ha anche precisato la tipologia delle aziende iscritte all'Albo: è confermata la prevalenza delle piccole imprese, spesso artigianali, con 45.102 aziende individuali e 13.859 di società di persone, mentre le società di capitali sono circa il cinque percento (23.720 unità). Il resto è composto da consorzi e cooperative a proprietà indivisa (4220) e altre categorie non precisate.
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