Nel 2023, l’Autorità di Regolazione dei Trasporti ha condotto un’indagine sui settori dell’autotrasporto e della logistica e il 27 settembre 2023 ha pubblicato il rapporto con le sue conclusioni. La relazione è divisa in sette capitoli, cui si aggiunge una conclusione generale: confronto internazionale e shift modale, accesso ai servizi dell’autotrasporto e trasparenza, frammentazione del settore e subvezione, accesso alle infrastrutture e attese improduttive ai nodi logistici, valori di riferimento per i costi d’esercizio per il settore dell’autotrasporto, pertinenze di servizio in ambito autostradale e servizi agli autotrasportatori, sviluppo dell’e-commerce e la logistica urbana.
In questo articolo riportiamo solo la conclusione, lasciando a singoli articoli la sintesi dei vari punti. In particolare, la conclusione si sofferma sull’autotrasporto che dal punto di vista ambientale “è quello con un maggior impatto”. Dal punto di vista normativo, la legislazione che lo riguarda si estende per oltre mezzo secolo, ossia dagli anni Settanta, e quindi presenta “una densa stratificazione normativa, di non sempre agevole lettura per l’interprete”. Quindi, auspica l’Autorità, bisogna creare un unico Codice dei Trasporti, come avviene per esempio in Francia.
Tra le innovazioni normative più importanti, il rapporto cita l’obbligo di stipulare i contratti in forma scritta, anche in forma digitale e accessibile su una piattaforma nazionale, senza deroghe, come avviene oggi. Ciò incide anche sul divieto da parte del sub-vettore di affidare la sub-vezione ad altri operatori. È previsto già oggi ma “non appare essere supportato da un coerente quadro normativo dal momento che il contratto di trasporto merci su strada può essere stipulato anche oralmente”. Inoltre, l’attuale forma del contratto scritto non impone una previsione espressa sulla sua conclusione e ciò permette di “eludere disposizioni comunitarie dal momento che esistono limiti al cabotaggio a livello unionale che l’assenza di documenti verificabili rende più onerose se non impossibili da verificare da parte dei vari livelli interessati”.
L’Autorità esprime dubbi su come sono determinati e applicati i valori di riferimento dei costi d’esercizio. Il primo riguarda il mancato aggiornamento trimestrale e quando questo è avvenuto “non è risultato essere sempre allineato con l’andamento del costo del carburante e al tasso di inflazione”. Per esempio, nell’aggiornamento di febbraio 2023 “la variazione della voce energia è di circa tre volte inferiore alla variazione intercorsa al prezzo del carburante, mentre la variazione delle altre voci è leggermente superiore alla variazione dell’inflazione”.
Per quanto riguarda l’Albo dell’Autotrasporto, il rapporto evidenzia che risultano iscritte imprese che non svolgono l’autotrasporto come attività principale e che buona parte di queste non ha neppure un veicolo industriale. Una situazione che “crea il rischio che le risorse indirizzate a quel settore vengano in parte disperse in altri comparti, con potenziali effetti distorsivi anche sui mercati dove le imprese beneficiarie degli aiuti operano”. L’Autorità sottolinea anche nel Comitato Centrale c’è un “rilevante peso” delle associazioni delle imprese: ne sono rappresentate quindici, che portano 34 membri. “La rilevanza e la delicatezza dei compiti ad esso assegnati necessitano adeguate garanzie per la salvaguardia dell’indipendenza nello svolgimento delle attività di competenza”, afferma.
Una parte consistente delle conclusioni riguarda il ruolo della stessa Autorità di Regolazione nell'autotrasporto, nel contesto dell’esonero del pagamento del contributo annuale stabilito dal Decreto legislativo 104 del 10 agosto 2023. Come è noto, l’Autorità nega questa interpretazione e anche in questo caso ribadisce la legittimità della sua competenza anche per il trasporto stradale. Nel rapporto scrive che “ tale settore è, di fatto, il principale beneficiario della regolazione autostradale emanata nel tempo dall’Autorità, improntata a principi di trasparenza, efficienza, minimizzazione dei costi per gli utenti, le imprese e i consumatori, assicurando al
contempo l’equilibrio delle gestioni autostradali, ma è anche tra quelli chiamati al maggior sforzo evolutivo per innovarsi ed efficientarsi negli anni a venire”.