Dopo la Caporetto dei costi minimi, abrogati dal Decreto Stabilità approvato con fiducia dalla Camera, ora alcune associazioni dell'autotrasporto si attestano sul Piave dei pagamenti, chiedendo che siano inseriti alcuni emendamenti nel passaggio al Senato. In realtà, qualcosa era già apparso alla Commissione Bilancio della Camera, ma poi è sparito nel passaggio in Aula. Confartigianato Trasporti, in prima linea nella battaglia sui pagamenti, aveva spinto tre deputati (Marco Marchetti, Piergiorgio Carrescia e Federico Ginato) a proporre un sub-emendamento al punto 19 (quello sull'autotrasporto) che recitava: "è preclusa la deduzione degli importi corrisposti tardivamente (cioè dopo il termine di trenta giorni del pagamento fissato dalla legge) ad ogni fine fiscale".
Secondo la stessa Confartigianato Trasporti, questo provvedimento avrebbe innescato nella Commissione Bilancio "una furiosa reazione dei lobbisti espressione della committenza commerciale, che hanno trovato sponda nei rappresentanti governativi ottenendo una sospensione dei lavori della commissione e obbligando i presentatori al ritiro del sub emendamento in questione"
L'associazione però insiste su questo punto, citando anche il caso dei ritardati pagamenti agli autotrasportatori dell'Ilva: "Se il sub emendamento della certezza dei tempi di pagamento fosse stato introdotto, non ci troveremo innanzi alle disperate situazioni dei colleghi autotrasportatori dell'Ilva che attendano, ormai esausti, da sei mesi le loro spettanze". La battaglia si sposta, quindi, al Senato è è appoggiata anche da Assotir e Fiap, due sigle di Conftrasporto.
Anche la Fai condivide l'obiettivo, ma sembra avere opinione diversa su come raggiungerlo. Nella nota settimanale sul sito web dell'associazione, il suo presidente Paolo Uggè ritiene che la questione dei tempi di pagamento debba essere affrontata in un testo più ampio che riguardi anche altre questioni, senza modificare il testo del Decreto Stabilità giunto in Senato. Uggè spiega così la sua posizione: "Gli emendamenti stimolano emulazione nel mondo parlamentare e sono come le ciliegie (una tira l'altra). Il rischio che si corre è quello di veder modificato il testo in modo contrario, rispetto all'auspicato e quindi non certo vantaggioso per il settore. Ora ognuno che intende attivarsi per presentare ancora modifiche e ben sappia che si rischia di rompere gli equilibri, come quelli costruiti a Fiuggi tra le federazioni dell'autotrasporto, solo una esclusa, ma soprattutto di ottenere il risultato opposto a quello che si intende raggiungere".
La questione si risolverà comunque in pochi giorni, ossia il tempo richiesto per completare il percorso al Senato del Decreto Stabilità, che ora è all'esame della Commissione Bilancio. E proprio questa sarà le sede per approvare eventuali emendamenti, perché è probabile che in Aula il testo venga presentato con la fiducia, come è avvenuto alla Camera, quindi senza possibilità di ulteriori modifiche.
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