L’autotrasporto ligure ha deciso di tirare il freno a mano, annunciando il fermo regionale delle attività nei porti, nelle piattaforme logistiche e al confine di Stato con la Francia. Lo scrivono le associazioni Cna-Fita, Confartigianato Trasporti, Fai, Fiap, Legacooperative, Trasportounito in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio, Mario Draghi, e al ministro del Mims (ex Trasporti) Enrico Giovannini. Il fermo durerà cinque giorni, dal 15 al 19 giugno 2021 e sorge dalle “gravi difficoltà operative su tutte le tratte autostradali liguri (A10, A6, A26, A7, A12)”.
L’evento più recente è la chiusura ai veicoli industriali oltre le 3,5 tonnellate del tratto tra Lavagna e Sestri Levante dell’A12, a causa delle cattive condizioni di un viadotto. Ma le associazioni spiegano che i problemi sono iniziati nel 2019, con l’avvio di numerosi cantieri che “tutt’oggi, in modo spesso estemporaneo, incidono pesantemente sulla programmazione delle imprese, condizionata da enormi code e forzati allungamenti chilometrici. Tutto ciò in una condizione di precarietà della sicurezza stradale cui stanno conseguendo incidenti e numerosi infortuni anche mortali, e in una situazione più generale di difficoltà economica legata alla pandemia”.
In questo periodo, il Governo ha fornito ristori, che però secondo le associazioni non sono adeguati. Inoltre, i ristori erogati a causa del crollo del ponte Morandi sono soggetti a imposizione fiscale. Gli autotrasportatori chiedono chiarezza sulla programmazione dei lavori autostradali, il loro coinvolgimento nella pianificazione degli interventi e il riconoscimento di ristori “adeguati”.