Il traffico delle merci italiano torna positivo nel 2014, anche se con un tasso di crescita piuttosto basso, ossia lo 0,5%. Potrebbe andare un po' meglio quest'anno e nel 2016, quando il tasso potrebbe crescere all'1,6%. Una boccata d'ossigeno dopo dieci anni di costante calo, ma che non risolve i problemi strutturali dell'autotrasporto. Tra questi spicca, secondo Confcommercio, la concorrenza sempre più aggressiva dei vettori dell'Est europeo (comprese, aggiungiamo noi, le filiali delle imprese italiane che hanno delocalizzato).
Nel trasporto su strada internazionale delle merci in ingresso in Italia, l'associazione stima che la quota portata dai veicoli con targa orientale (ossia Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Romania, Slovenia e Slovacchia) sia balzata dal 6,7% del 2003 al 47,4% del 2013. Incrociando questo dato con quello stimato dall'Unrae, secondo cui tra il 2008 e il 2013 le imprese italiane hanno immatricolato all'Est almeno 26mila veicoli pesanti, il panorama della concorrenza e della delocalizzazione diventa più chiaro. E gli autotrasportatori italiani? Dopo aver perso costantemente terreno dagli anni Novanta, hanno toccato il 33% nel 2003. I veicoli dell'Est hanno poi dato loro il colpo di grazia, facendo crollare la quota tricolore nel trasporto internazionale (sempre in import) al 15%.
Poi ci sono i problemi tutti interni a casa nostra. Il primo citato da Confcommercio è la caduta degli investimenti nei trasporti, dai venti miliardi di 2000 ai dieci miliardi del 2012. Con un autotrasporto che viaggia con marce ridotte. Negli ultimi sei mesi, in una situazione in lieve crescita, solo poco più del tre percento delle imprese di autotrasporto dichiara una crescita del fatturato e il due percento prevede un aumento nei prossimi sei mesi. Colpa anche della crisi, che ha causato una perdita di traffico merci (in termini di tonnellate-chilometro) del 21,6% tra il 2005 e il 2013. "La strada per recuperare è eccezionalmente lunga", commenta Confcommercio.
Questa situazione ha portato gravi ripercussioni anche sull'occupazione, che nell'intero settore delle merci ha perso 27.900 unità, quasi tutte (27mila unità) nell'autotrasporto. Ma anche le altre modalità soffrono. Per esempio, la ferrovia italiana mostra un traffico di 19 miliardi di tonnellate-chilometro contro i 122 miliardi della Germania.
Per uscire dalla crisi, Confcommercio propone una "cura drastica" articolata in cinque proposte: creazione del Registro Internazionale dell'Autotrasporto; individuazione di pochi porti strategici, sviluppo dell'intermodalità dei collegamenti terrestri e potenziamento delle autostrade del mare; apertura di notte della rete Alta Velocità al trasporto merci, tramite la realizzazione della "metropolitana italiana delle merci"; trasporto su rotaia dei veicoli industriali che sbarcano in Italia e che proseguono per l'estero; avvio di una strategia nazionale in favore dell'accessibilità e della mobilità urbana.
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