Durante la riunione telematica del 7 aprile con la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, Unatras ha ribadito la richiesta di modifiche temporanee alle norme sui tempi di guida e di riposo degli autisti, che invece sono contrastate dai sindacati. Ma per ora la ministra non ha fornito risposte, lasciando quindi la situazione attuale, ossia con la piena applicazione del Regolamento europeo 561/2016.
Le associazioni dell’autotrasporto chiedono un aumento delle ore di guida giornaliere da nove a undici, di quelle settimanali da 56 a 60 e di quelle settimanali da 90 a 100, riducendo il riposo giornaliero ordinario da undici a nove ore. Inoltre, chiedono la possibilità di svolgere due riposi settimanali ridotti consecutivi, rinviando quello regolare alla terza settimana, senza compensazione per i due precedenti riposi settimanali ridotti.
Ma il fronte imprenditoriale non pare compatto in questa richiesta. Il 6 aprile il presidente di Autamarocchi, Oscar Zabai, una delle più grandi flotte italiane nell’autotrasporto di container, afferma che in questo comparto “non sussiste l’esigenza del superamento delle ore di guida, tantomeno quelle di riposo correttamente imposte dal regolamento Comunitario 561/2006, perché i raggi di trasporto sono limitati”. Piuttosto, prosegue Zabai, il problema è che la possibilità di fare le soste nella corretta cadenza sono bruciate dai “rallentamenti che talvolta si verificano nei gate portuali come negli stabilimenti”.
Queste attese compromettono “la possibilità di chiudere il trasporto in giornata come il rientro alla propria abitazione dell’autista, che sarà poi costretto a trascorrere la notte sul camion in un contesto di assenza di servizi di ristoro ed alla persona”, precisa il presidente di Autamarocchi, che conclude: “Ora più che mai dobbiamo collaborare per superare le difficoltà che il momento ha accentuato, ma senza sanzionare gli autisti per un errore di un minuto nei tempi e certamente senza una deregulation che darebbe spazio solo alla concorrenza sleale ed alla insicurezza sulle strade”.
Anche la T.I.E., che opera anch’essa nel settore del container, non appoggia la richiesta di cambiare le norme sui tempi di guida. “È necessario trovare soluzioni diverse, per far sì, che le aziende di autotrasporto possano sopravvivere e che le stesse possano garantire salari adeguati ai propri dipendenti, con delle regole sulle tariffe chiare e inderogabili, così che le aziende sane, quelle che rispettano il Ccnl e hanno accordi con le organizzazioni sindacali per il pagamento degli straordinari e delle trasferte, non siano fuori mercato, a beneficio di quelle società, che non rispettano le regole e non rispettano i propri dipendenti, regalando tariffe a basso costo ai committenti”, scrive Francesco Binaschi in una nota del 7 aprile 2020.
Il dirigente emiliano prosegue affermando che “per questi motivi, torniamo a ribadire la nostra contrarietà a derogare le normative sulle ore di guida e di risposo del personale viaggiante, chiedendo invece con forza di snellire le pratiche burocratiche, che generano dei tempi morti, ponendo davanti a tutto la salute e la sicurezza degli autisti, che può avvenire in un solo modo, ricevendo una giusta tariffa per il viaggio sia in andata che in ritorno, abolendo il cosiddetto one-way, che è stato la rovina del settore”.
Questo podcast di K44 vi propone le voci dei favorevoli e dei contrari alle deroghe sui tempi di guida e di riposo degli autisti durante l’emergenza Covid-19: Paolo Uggè, vice-presidente di Conftrasporto tra le fila dei favorevoli, e Marco Odone, segretario nazionale di Uiltrasporti, tra quelle dei contrari. Buon ascolto.